La casa dell'accrocchio Pensieri a manovella

19/07/2012

L’ing. in cucina

L’ingegnere è quel tipo di persona che per qualche recondita ragione gode come un mandrillo veramente in due sole situazioni: 1) quando capisce davvero come funziona qualcosa e 2) quando riesce a trasformare una cosa non funzionante in una funzionante.

La cucina è una di quelle attività in cui si possono eseguire in modo più o meno acritico delle ricette, con risultati più o meno aleatori, ma è anche una attività in cui capire come funzionano gli ingrendienti, le loro interazioni e in generale ragioni della riuscita (o meno) di un piatto è fondamentale per ottenere qualcosa che si collochi al di sopra del “mangiabile”.

L’ingegnere in cucina è quindi un ossesso sovente infelice e spesso frustrato perché magari non ottiene i risultati che vorrebbe (ma questo è un problema che deve risolvere) e perché a volte non capisce come mai seguendo una ricetta ottenga un obbrobrio. E quindi si incaponisce, si documenta, legge, prova, fa variazioni, e produce una serie di schifezze una peggiore dell’altra. Ma quando risce a risolvere il suo problema e a capire davvero il funzionamento di una ricetta e le interazioni tra gli ingredienti, e a produrre un piatto che è assolutamente perfetto secondo il suo modestissimo ma insindacabile giudizio (poiché spesso sperimenta in solitudine, e quindi chi può sindacare?), allora e solo allora l’ingegnere è felice. Anzi è estasiato.

Tutto questo per dire che oggi finalmente, dopo non pochissimi tentativi, ho prodotto un piatto di pasta cacio e pepe assolutamente meraviglioso. Ricetta ingannevolmente semplice.

26/10/2010

Strani amori

Ho degli hobby strani. Lo so. Alcuni dicono che questo faccia di me una persona strana. Altri dicono che il fatto che sia una persona strana va moooolto al di là dei miei hobby. Tant’è.

In ogni caso, sarà che ultimamente sto troppo bene per preoccuparmi di cose più serie, ho iniziato a ripescare i miei vecchi passatempi. E non solo, ne ho pure aggiunti di nuovi.

Succede quindi che mi stia documentando su OpenCL, in parte con l’idea di utilizzare questa nuova conoscenza in ambito lavorativo, in parte per puro svago. Perché programmare per lavoro è noioso, ma farlo per hobby può essere una goduria unica.

Mi sono iscritto in palestra, anche se questo non è mai stata una mia passione. Mi dicono che ho un po’ di maniglie in più dello stretto indispensabile. Vedremo quanto servirà.

Ho seguito un corso di meccanica della bicicletta (perché non si sa mai) e come conseguenza di ciò mi sono impelagato nel restauro di un vecchio scassone (lo chiamo così ma secondo me ha grandi potenzialità). Non ho ancora capito bene come andrà a finire questa cosa, ma sicuramente è bellissimo vedere un pezzo di acciaio arrugginito trasformarsi sotto le tue mani in una cosa lucida e scintillante.

Ho in programma di fare qualche accrocchio con una scheda Arduino. Di questo non posso dire molto, anche questa forse diventerà una cosa lavorativa, per adesso sono ancora troppe le cose che devo decidere.

E nel frattempo, magari, se mi viene voglia, ogni tanto scrivo qualcosa qui. Colpa dei feed, comunque, ormai non giro più per blog come una volta, non lascio commenti: lurko, come si dice in (orribile) gergo, e trovo già scritto da altri tutto quello che vorrei dire. Mi basta premere un bottone “like” o “share” per sentirmi soddisfatto, ma in effetti non è proprio la stessa cosa. Anche su quello, vedrem.

02/12/2009

Pirati!

Ho trovato questo video su youtube, e mi ha fatto tornare ai tempi intorno al 1990, quando non c’era Internet e i floppy da 3 pollici e mezzo erano il meglio che ci fosse.

Allora come oggi la pirateria informatica era il modo con cui i disgraziati poveracci ragazzotti adolescenti senza introiti riuscivano ogni tanto a giocare a qualcosa su macchine che oggi non useremmo nemmeno come calcolatrici. Ora, io so benissimo che molta gente non ha mai vissuto in un mondo senza Internet, senza peer to peer, senza torrent, senza DVD, senza chiavette da svariati giga. E allora, a beneficio di costoro, come funzionava all’epoca la pirateria?

Beh, era un casino, ma c’erano diversi canali. C’era il negozio “di fiducia” che tirava fuori da sotto il bancone un porta-floppy, e per sole cinquemila lire a floppy ti faceva sul momento una copia dei giochi che volevi. Negozi che tipicamente vendevano tutt’altro che videogiochi (anche perche` praticamente non esisteva un vero mercato dei videogiochi), e che di ogni gioco che usciva ordinavano ai distributori esattamente una copia (e chissà come mai).

E poi c’erano gli spacciatori semi professionisti. Quelli che per cinquantamila lire al mese ti facevano un “abbonamento”. Ce n’era uno nella scuola in cui mi sono diplomato. Ogni mese arrivava con una scatola di cartone contenente 50 floppy, con etichette scritte e riscritte e cancellate e riscritte. Io avevo fatto “l’abbonamento” con altri due compagni di classe, altrimenti sarebbe stato troppo costoso. Mi portavo a casa la scatola e in un pomeriggio provavo tutti i floppy: tipicamente su cinquanta floppy ci stavano circa una trentina di giochi, i più dei quali assolutamente sconosciuti ed orrendi. Effettuavo una rapida selezione, aiutato da fide riviste infarcite di recensioni e opinioni, e partivo a copiare floppy in triplice copia. Tutto questo andava ovviamente bene quando i floppy funzionavano. Ma i floppy sono un ricordo sufficientemente recente e penso che tutti sappiate che i floppy spesso non funzionavano affatto (a tradimento, di solito: specialmente quando erano pieni di roba importante).

E infine c’erano i pirati professionisti, quelli che miracolosamente procuravano giochi ancora non pubblicati, che ottenevi scrivendo (come nel video) al fermo posta bla bla bla, che costavano un occhio della testa, ma che potevano servire a mettere su un piccolo giro di spaccio, come presumo facesse il nostro fornitore di fiducia.

Altri tempi. Devo che non mi mancano i floppy inaffidabili e lenti. Non mi manca non avere i soldi per comprarmi nemmeno un videogioco ogni tanto. Non mi manca nemmeno il pirata/spacciatore odioso e presuntuoso che sapeva di tenerci in pugno quasi come dei mezzi drogati. Né mi manca la sensazione di fare qualcosa di illegale, che francamente non mi è mai piaciuta.

Mi manca invece tutto sommato la sensazione di essere un pioniere. Mi manca il senso di meraviglia nello scoprire in tutta quella fogna ogni tanto autentiche perle. E mi manca il fatto di sapere che quel che stavo giocando stava influenzando in modo significativo il mio gusto, il mio modo di ragionare, il mio carattere, e che anche dopo quindici o venti anni ci avrei ripensato con affetto.

03/09/2008

Meta

Il recente trasloco qui è stato un po’ improvviso, e certamente non annunciato. Però ci pensavo da un pezzo, per un sacco di ragioni, anche se con splinder mi trovavo tutto sommato benino.

Fondamentalmente mi sono spostato per potermi appoggiare ad una piattaforma libera e aperta e di cui potessi essere io l’amministratore. Non tanto perché io sia un idealista, quanto piuttosto perché sono un pragmatico. Conoscere qualcosa del codice e della struttura del DB di WordPress mi permette (come minimo) di sapere con una buona certezza che posso salvare ed esportare tutto quanto ho scritto in questi anni. Per tirar fuori i vecchi post da splinder mi sono invece dovuto affidare a una serie di alchimie da far rabbrividire (e senza nessuna garanzia di funzionamento). Inoltre posso avere un’installazione identica sul mio PC di casa (perché il software è lo stesso) e farci tutti i macelli che mi vengono in mente.

E poi tanti altri motivi. Qui ho un form “ricerca” che funziona. Ho uno spazio mio in cui posso mettere le immagini che voglio linkare. Ho un DB su cui posso giocare in SQL quanto mi pare, tirando fuori le statistiche più assurde (dresdenbell e torelizer hanno entrambi superato i cento commenti, barynia e paguroeremita seguono a debita distanza). Chiunque può lasciare un commento senza necessariamente iscriversi ad alcunché (e se non gli piace il “mostrino” che gli viene assegnato, può avere un suo avatar personale registrandosi su Gravatar con la stessa mail che usa qui per i commenti). Posso aggiungere e togliere pagine personalizzate e scritte in php senza particolari vincoli su cosa contengano e cosa facciano (e sto già pasticciando parecchio su questo fronte). I feed sembrano funzionare ed essere aggiornati istantaneamente.

Infine, soprattutto, avevo voglia di giocare un po’ 😉

28/08/2008

Si riparte

Hah! Eccoci qua. Su questa nuova sbirluccicante installazione fresca fresca di WordPress conto di portare avanti per chissà quanto ancora i miei accrocchi, i miei pensieri, le mie incazzature e le mie sfighe.

Il sito è ancora un casino, devo sistemare in maniera decente il template, rimuovere nessun titolo (ah ah ah), inserire link, plugin e ammenicoli vari, ma almeno i contenuti ci sono. Ci sono i post, ci sono i commenti, si può ripartire.

Accomodatevi 🙂

20/08/2008

Grassezza

A che serve aver studiato chimica al Poli? A risparmiare un po’ di soldi ogni tanto.

Stanco di inzaccherarmi le mani ogni volta che devo legare la bici ad un palo, ho deciso di rimuovere tutto il grasso dalla catena e dal cambio e sostituirlo con del super-tecnologico super-lubrificante super-pulito teflon.

Il mio fornitore di fiducia vende (oltre al teflon spray) delle bombolette di un liquame non meglio specificato in grado di sciogliere e rimuovere il grasso. La bomboletta in questione è tanto costosa quanto poco capace.

Trovi il candidato un modo alternativo per rimuovere ogni traccia di grasso senza danneggiare le parti mobili o la vernice del telaio e senza spendere più di un euro.

La (mia) risposta nei commenti tra qualche giorno.

15/04/2008

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Filed under: cucina,gioia insensata,hobby,imparo — Oscaruzzo @ 23:24

Oggi, per onorare alcune virtù che considero sopra ogni cosa, come efficienza, efficacia e generalità, vi elargisco non una, non due, non tre, ma addirittura infinite ricette. Per la precisione, trattasi dell’intero spazio delle ricette “Risotto con X, Y e Z” dove X è un salume, Y è una verdura e Z è un formaggio.

Darò le dosi per 1 persona (e non capisco che razza di ricettari sono quelli che ti danno le dosi per 4 persone, per 12 persone, per 3 persone e mezza, e poi ti costringono a eseguire complesse proporzioni per non affogare nel risotto). Dunque dicevo, darò le dosi per UNA persona man mano che servono gli ingrediente, perché altrimenti sono sicuro che mi dimenticherei qualcosa. Li metto in grassetto perchè sono buono.

Per prima cosa occorre preparare un po’ di brodo vegetale. Prendete un pentolino bello capace (almeno mezzo litro) e metteteci dentro acqua, un pezzo di porro, un pezzo di carota, un pezzo di sedano, un mezzo pugno di sale grosso (ovviamente io tengo in freezer le verdure per il brodo già in pezzi; se non le avete, e non avete alcun riguardo per la vostra salute, schiaffate nell’acqua mezzo dado, e occhio col sale, ché ste porcherie sono spesso salatissime).

Mentre il brodo si scalda, in una padella o casseruola antiaderente con bordi sufficientemente alti mettete un po’ di olio e fate soffriggere a fuoco vivo mezza cipolla piccola tagliata finissimamente.

Quando la cipolla inizia a dorare, aggiungete il salume X tagliato a dadini (quanto? un po’. Andate a occhio. Diciamo 50 grammi o poco più).

Aggiungete quindi 70 grammi di riso nella padella, e lasciatelo tostare un po’, sempre a fuoco vivo, facendolo saltare ogni tanto.

Se vi gusta, aggiungete qualche goccia di vino bianco e fatelo sfumare.

A questo punto abbassate un po’ il fuoco e iniziate ad aggiungere il brodo, un mestolo alla volta. Prima di aggiungere il mestolo successivo, aspettate che il risotto sia tornato quasi asciutto. Continuate con questa tiritera, girando ogni tanto il risotto, per qualche minuto.

Aggiungete la verdura Y opportunamente tagliuzzata (diciamo 100 grammi; qua generalizzare è difficile: di nuovo, andate a occhio; secondo me va bene quando il volume occupato da Y è circa quanto il volume occupato dal riso) e continuate ancora con le aggiunte di brodo fino a che il riso non vi pare cotto. Qua si tratta di arrivare ad avere contemporaneamente 1) la verdura cotta, 2) il riso cotto e 3) il brodo opportunamente evaporato. Se vedete che il brodo è troppo quando il riso è ormai cotto, sparate il fuoco a mille e vedete che si asciuga subito. Ma se la verdura è troppo cruda quando ormai il riso è una pappetta (o viceversa il riso è ancora durissimo e la verdua s’è squagliata), allora siete fregati. Ci vuole occhio.

Quando è giunto il momento magico in cui tutte le condizioni di cui sopra si sono avverate, mettete un pezzetto di burro grande circa come una nocciola e spargete sul riso il formaggio Z gratugiato o tagliato a dadini piccolissimi. Girate un po’ il risotto, spegnete il fuoco e lasciate riposare per un paio di minuti prima di servire nei piatti.

Personalmente ho già collaudato questa ricetta con un sacco di combinazioni. In particolare con X scelto tra salsiccia, prosciutto cotto, prosciutto crudo, speck, pancetta affumicata; per Y ho provato già spinaci, melanzane, broccoli (precedentemente bolliti per 5 minuti), asparagi (idem), barba del prete, zucchine (tagliate julienne, che fanno tanto chic), radicchio; per quanto riguarda Z, posso dire per esperienza che vanno benissimo parmigiano, scamorza affumicata, taleggio, castelmagno, qualsiasi toma sufficientemente stagionata, fontina, gorgonzola.

Buon appetito.

18/03/2008

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Filed under: hobby,libri,tecnologia — Oscaruzzo @ 10:49

Finalmente ieri sera ho finito di inserire su Anobii tutti quanti i libri che ho in casa.

Questo Anobii è una specie di droga. Ci puoi mettere tutti i codici ISBN dei libri che hai, dargli un voto ed eventualmente un commento. In cambio lui ti dice quali utenti hanno gusti simili ai tuoi. Ci sono inoltre dei gruppi di lettori, che ogni tanto organizzano anche qualcosa al di fuori del sito.

Il gruppo di Torino, ad esempio, ha dato vita a uno spin-off Equilibristi che cura una specie di serata-concorso assolutamente aperta con un gioco che assomiglia parecchio a “Per un pugno di libri”, organizzato presso il circolo Pueblo con cadenza più o meno quindicinale. Divertente.

Quindi? Boh. Evidentemente in questo periodo ho troppo tempo libero…

08/03/2008

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Filed under: cucina,hobby,imparo — Oscaruzzo @ 20:53

Vivere a Torino, una città discretamente grande, vuol dire anche avere a disposizione un mercato assai più “globale” rispetto a quello di una cittadina di provincia come quella in cui sono nato, sono cresciuto e ho vissuto fino a sei mesi fa

Così oggi su una bancarella mi sono imbattuto in una cosa mai vista prima: una gran quantità di mazzi di quelli che sembravano semplici fili d’erba, lunghi più o meno venti centimetri, belli verdi, abbastanza “grassocci”. Il cartello diceva “Barba del frate, 1kg 1,30€ – 2kg 2€”

Ovviamente chi mi conosce e sa che sono un tirchiazzo, sa anche che a quelle condizioni non potevo comprarne un chilo. Così ora ho due chili di erba in frigo.

Mi sono documentato un po’ (ma che meraviglia questa internet, ché pure mia madre ormai la usa per cercare le ricette) e ho scoperto che la barba del frate si chiama pure “agretti” ed è abbastanza diffusa in centro Italia. Il modo “canonico” di consumarla sarebbe farla sbollentare appena qualche minuto e poi condirla con olio e limone (un po’ come si farebbe con la cicoria), ma si può anche usare per una frittata o per condirci la pasta (che va cotta nella stessa acqua e poi condita con aglio, olio e peperoncino).

Per ora l’ho provata con olio e limone, e devo dire che non è niente male; ha un gusto simile a quello degli spinaci, con un po’ di retrogusto acidulo (al di là di quello dato dal limone). Domani provo con la pasta. Il resto finisce (già bollito) in freezer in comode vaschette, in attesa di ispirazione.

22/01/2008

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Filed under: giocattoli,gioia insensata,hobby,tecnologia — Oscaruzzo @ 20:13

Triumphator è arrivato. Eccolo qua, in tutta la sua computazionale possenza.

triumphator

Sei chilogrammi di ingranaggi concentrati in circa 30cm di pura perferzione meccanica. Esegue somme, sottrazioni, moltiplicazioni e divisioni. Emette dei suoni sublimi. Mi fa godere come un maiale.

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