Mi scrive la Barynia in un commento (ma me lo dicono pure i colleghi in ufficio e lo dicono tante altre persone assolutamente ragionevoli e in buona fede):
«ascoltato due volte il brano di Povia, l’unica accusa che si può muovergli è quella di furbizia e opportunismo, per aver cavalcato scientemente un’onda polemica sproporzionata rispetto al brano, che ora, dopo due ascolti ripeto, a me sembra una storia e non un proclama. Non si sarà esagerato col vittimismo e continuando non si fa il suo gioco?»
Questo discorso l’ho sentito davvero tante volte in pochi giorni.
Il problema è il titolo (o il ritornello): “Luca era gay, adesso ama lei”. È un po’ come dire “Luca era calabrese, adesso ama lei”. Non ha molto senso. Una delle due parti delle frase è una azione. L’altra è una caratteristica di una persona.
Amare un uomo, in modo peraltro conflittuale come descrive Povia, o banalmente scoparci non vuol dire essere gay. C’è sicuramente gente che lo fa per le ragioni più strane, ivi comprese quelle che descrive lui nella sua canzone. Ma allora diciamo “Luca aveva una sessualità seriamente disturbata, ora ama lei”. Perchè alla fine il nocciolo della questione è che avere una sessualità disturbata ed essere gay sono due cose diverse. Anzi, essere gay serenamente richiede proprio il passare oltre tutta una serie di turbe che non raccomando a nessuno.
Mettiamoci nel mezzo anche ragazzini che arrivano a togliersi la vita perchè si sentono dire da ogni direzione che sono dei deviati e dovrebbero (ma non possono) cambiare; genitori che obbligano a volte i figli ad andare dal prete, dallo psichiatra, dal mago, dallo psicologo (e quando sono fortunati vengono rimandati al mittente in quanto “semplicemente” gay, e quando sono sfortunati si beccano mesi di terapia inutile e anzi nociva); aggiungiamoci anche i fascisti rincoglioniti che non vedono l’ora di spaccare la testa al “depravato” di turno. Direi che ce n’è abbastanza per dire che il messaggio della canzone non è solo mal costruito, ma va anche a rafforzare una serie di situazioni pericolose (“hai visto, lo dicono pure in tivù…”).
Aggiungo infine che la canzone è ignobile anche perchè sembra dare la colpa dell’omosessualità ai genitori. Di nuovo, mentre i genitori possono trasmettere un sacco di turbe, non possono farti diventare gay. Quando un ragazzo gay fa coming out coi suoi, molto spesso dopo una prima fase di conflitto c’è quella dei sensi di colpa. Anche per questa cosa, direi che non c’è proprio bisogno delle stronzate di Povia.
Fargli pubblicità gratis non è bello. Ma bisogna dire e far sapere che quelle che scrive sono cazzate.