Il racconto di fantascienza più breve del mondo:
"Computer, stato batterie? … computer?"
Fine.
Il racconto di fantascienza più breve del mondo:
"Computer, stato batterie? … computer?"
Fine.
A volte vorrei che la si smettesse di avere nelle librerie e nelle biblioteche scaffali di testi “a tematica omosessuale”. E poi festival del cinema “a tematica omosessuale”. E poi mostre d’arte “a tematica omosessuale”. Alla fine tutte queste cose non fanno altro che diventare scaffali per omosessuali, festival per omosessuali, mostre per omosessuali.
Perché devo andare in libreria e trovare “Camera con vista” negli scaffali di narrativa, tra gli autori in ordine alfabetico, alla voce “Forster” e trovare invece “Maurice”, dello stesso autore, in un altro scaffale, tra i libri con etichetta “LGBT”?. Ma che senso ha? Possibile che “Maurice” possa interessare solo a lettori gay? O magari si voleva evitare al povero lettore ignaro lo choc di leggere una storia incentrata sull’amore tra due uomini? Oppure è normale che al festival del cinema LGBT di Torino tutto il pubblico fosse costituito da gay? Davvero queste storie non interessano nessun altro? Sono davvero così aliene? O siamo noi che stiamo diventando autoreferenziali? È vero che ci stiamo autoghettizzando, come dicono alcuni?
O forse tutto questo nasce solo dal fatto che la gente vuole solo far finta di niente. Fare come se nessuna diversità esistesse. Che poi è quello che vorrei pure io, visto che tutta questa diversità sta solo nella testa delle persone. E aveva forse proprio ragione Forster, nell’introduzione a Maurice, quando diceva
Scopro che i ravioli di cui ho postato una foto qui sono in realtà una specialità sarda e si chiamano culurgionis.
Questo è strano, visto che la ricetta mi arriva da mia nonna, che era siciliana, ma almeno spiegherebbe perché non sia mai riuscito a trovare un siciliano che avesse visto dei ravioli fatti in quel modo. Quel che mi resta da capire è come mai mia nonna ci mettesse come ripieno solo ricotta (di pecora) e un pizzico di prezzemolo tritato, mentre la ricetta sarda prevede un impasto piuttosto complicato di patate, burro, aglio, cipolle e menta. E poi che razza di giri ha fatto sta ricetta? Uhm. Indagherò…
Anche Petrolini era troppo avanti. Soprattutto all’epoca, sotto il fascismo, ma anche adesso è vero che «il popolo, quando s’abitua a dir che sei bravo, pure se non fai niente sei sempre bravo!»
Dick Dale era troppo avanti (e non solo rispetto agli storditi che nel video gli stanno, per l’appunto, dietro).
Imparo imparo imparo…
Secondo recenti studi, tutti quanti dopo aver mangiato asparagi facciamo la pipì che puzza. Ma solo il 40% delle persone ha i recettori olfattivi necessari per sentirlo.
Il Vaticano ha diritto di voto all’ONU, pur non essendo uno stato membro.
Pare che i limoni (interi) si conservino più a lungo (in frigo) se immersi in acqua. Sto conducendo un esperimento comparativo, ma i risultati tardano a manifestarsi.
Seymour Cray, progettista di supercomputer avanti di decenni rispetto al resto del mercato, occupava il suo tempo libero scavando un tunnel sotto la propria casa.
I bisessuali sono tra le poche persone ad essere ugualmente discriminate dagli eterosessuali (secondo i quali sono depravati) quanto dagli omosessuali (secondo i quali sono gay repressi). In realtà già nel 1950 Alfred Kinsey classificava l’orientamento sessuale secondo una scala a sette valori, non due.
I primi fiammiferi venivano forniti insieme a una bottiglietta di amianto (!!!) piena di acido solforico (!!!). L’accensione avveniva immergendo la punta del fiammifero nell’acido. I primi fiammiferi con accensione a sfregamento furono inventati nel 1827. Il primo accendino a gas fu inventato nel 1823, quattro anni prima.
Il riso arborio va bene per i risotti, quello parboiled va bene per le insalate.
Eccetera…
Ci sono cose che da sole possono ripagare dello strazio delle feste natalizie. Ad esempio vedere mio nipote, 7 anni, che mentre gioca da solo imitando un qualche volatile e facendo “piu piu piu piu piu” ad un tratto si volta, mi guarda, mi fa un sorriso assurdo e dice “meno!” e poi ricomincia come se niente fosse a fare “piu piu piu”.
Dmitrij Šostakovič (Дмитрий Шостакович, tanto per far contenti i cirillofili), Waltz 2, dalla "Suite for Variety Stage Orchestra" (ma a volte erroneamente collocata nella "Jazz Suite 2", e sono sicuro che c’è una storia interessantissima dietro questo fatto).
Un pezzo che adoro, perché (e qui mi concedo una deroga dalla mia regola aurea secondo la quale nessuno dovrebbe mai spiegare la bellezza di qualcosa, ma vabé, diciamo che ci metto una delle ragioni per cui mi piace), dicevo, un pezzo che adoro perché meglio di tutti mi sembra che esprima la mia visione dell’universo e dei processi che vi avvengono, un continuo dipanarsi di cause ed effetti, piccoli od enormi, insignificanti o grandiosi, continuamente, continuamente, uno dopo l’altro, le galassie che si scontrano e le nostre vite ingarbugliate che rotolano rotolano rotolano.
Chiudete gli occhi e schiacciate play. Anzi no, schiacciate play e chiudete gli occhi.
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La perferzione è irraggiungibile. Ma ci si può prendere ugualmente qualche soddisfazione…
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