La casa dell'accrocchio Pensieri a manovella

25/01/2008

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Filed under: letteratura,pensieri,poesia — Oscaruzzo @ 15:21

Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie.

Giuseppe Ungaretti – Soldati

31/12/2007

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Filed under: assurdo,letteratura — Oscaruzzo @ 00:11

Il racconto di fantascienza più breve del mondo:

"Computer, stato batterie? … computer?"

Fine.

29/12/2007

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Filed under: diritti,disappunto,gente,letteratura,pensieri,sproloqui — Oscaruzzo @ 15:13

A volte vorrei che la si smettesse di avere nelle librerie e nelle biblioteche scaffali di testi “a tematica omosessuale”. E poi festival del cinema “a tematica omosessuale”. E poi mostre d’arte “a tematica omosessuale”. Alla fine tutte queste cose non fanno altro che diventare scaffali per omosessuali, festival per omosessuali, mostre per omosessuali.

Perché devo andare in libreria e trovare “Camera con vista” negli scaffali di narrativa, tra gli autori in ordine alfabetico, alla voce “Forster” e trovare invece “Maurice”, dello stesso autore, in un altro scaffale, tra i libri con etichetta “LGBT”?. Ma che senso ha? Possibile che “Maurice” possa interessare solo a lettori gay? O magari si voleva evitare al povero lettore ignaro lo choc di leggere una storia incentrata sull’amore tra due uomini? Oppure è normale che al festival del cinema LGBT di Torino tutto il pubblico fosse costituito da gay? Davvero queste storie non interessano nessun altro? Sono davvero così aliene? O siamo noi che stiamo diventando autoreferenziali? È vero che ci stiamo autoghettizzando, come dicono alcuni?

O forse tutto questo nasce solo dal fatto che la gente  vuole solo far finta di niente. Fare come se nessuna diversità esistesse. Che poi è quello che vorrei pure io, visto che tutta questa diversità sta solo nella testa delle persone. E aveva forse proprio ragione Forster, nell’introduzione a Maurice, quando diceva

«Dopo che fu scritto “Maurice”, si è verificato un cambiamento dell’opinione pubblica, qui da noi [il romanzo è del ’14, ma l’introduzione è del ’60; il libro fu pubblicato però solo nel ’71]: il trapasso dall’ignoranza e dal terrore alla familiarità ed al disprezzo. Non è il cambiamento in pro del quale si era dato da fare Edward Carpenter. Questi sperava nel generoso riconoscimento di un’emozione e nella possibilità di reintegrare qualcosa di primitivo nel consorzio civile. Ed io, anche se ero meno ottimista di lui, ritenevo che la conoscenza avrebbe generato la comprensione. Non ci eravamo accorti che quanto l’uomo della strada aborrisce effettivamente non è la cosa di per sé, bensì la necessità di pensarvi. Se potessimo farla scivolare inosservata in mezzo a noi, oppure legalizzarla nottetempo mediante un decreto decifrabile solo con la lente d’ingrandimento, di leverebbero scarse proteste. Disgraziatamente, essa può venir legalizzata esclusivamente dal parlamento, e i parlamentari sono costretti a pensare o ad aver l’aria di pensare.»

21/08/2007

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Filed under: assurdo,imparo,letteratura,politica — Oscaruzzo @ 11:41

La notizia astrusa di oggi: vagabondando più o meno a casaccio su Wikipedia, apprendo con una certa sorpresa ed una certa inquietudine che:

Tre primi ministri italiani del Novecento curarono edizioni del Principe: Benito Mussolini, autore del Preludio al Machiavelli, pubblicato per la prima volta nel 1924 su «Gerarchia» e usato poi come introduzione a diverse edizioni; Bettino Craxi (N. Machiavelli, Il Principe, presentazione di B. Craxi, Milano, Mondadori, 1986) e Silvio Berlusconi (N. Machiavelli, Il Principe, Milano, Silvio Berlusconi editore, 1992).

Scopro tutto questo pochi minuti dopo aver citato appunto "il Principe" in una discussione… Mumble. O dovrei forse dire bwah ah ah ah.

30/03/2007

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Filed under: assurdo,incazzature,letteratura,libri — Oscaruzzo @ 10:08

OK, lo ammetto, sto definitivamente andando fuori di testa.

Ieri mi sono fatto un giro in libreria, con l’idea di approfittare dello sconto del 30% che c’è in questi giorni sugli Oscar Mondadori.

Piccola digressione: siccome sono terribilmente ignorante, non solo non ho ancora letto molte cose avrei dovuto leggere, ma spesso non so nemmeno COSA avrei dovuto leggere; così ho demandato ad altri la scelta e mi sono messo a leggere TUTTI i Classici Moderni degli Oscar Mondadori, con l’idea che se un romanzo fa parte della serie, probabilmente avrà un qualche valore. Li prendo in ordine sparso e vado sempre in giro con un foglio dove mi segno cosa ho già comprato e letto. Perché i libri che ho letto me li ricordo, ma quelli che ho comprato e sono in attesa di essere letti, spesso me li dimentico. Cosi` in teoria dovrei evitare i doppioni.

Ebbene, in libreria, lista alla mano, ho raccattato la bellezza di dieci volumi (al prezzo di sette), gironzolando tra gli scaffali per quasi un’ora. Ovviamente nessuno dei suddetti volumi era segnato sulla lista. Ma oltre alla lista, avrei dovuto controllare quello che avevo gia` in mano… Che stress.

In buona sostanza, mi ritrovo con due copie di "Il re della pioggia" di Saul Bellow. Ho dato una scorsa ai primi due capitoli e sembra interessante, ma francamente me ne bastava una…

Uff.

11/11/2006

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Filed under: amore,letteratura,libri,pensieri — Oscaruzzo @ 18:29

Sul marciapiede lo urtavano; egli pensò: “Non mi irriterò. Io sono come il padre d’un bimbo malato, il quale cammina nella folla a piccoli passi”.

Alzò gli occhi sugli uomini. Cercò di riconoscer tra loro quelli che portavano in giro a piccoli passi la loro invenzione o il loro amore.

Antoine de Saint-Exupéry – Volo di notte

06/11/2006

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Filed under: letteratura,libri — Oscaruzzo @ 20:37

In Ballo di Famiglia, ci sono un paio di brani che mi hanno colpito moltissimo, forse perché sono descrizioni così incredibilmente precise di alcune sensazioni che ho provato di persona. Li riporto testualmente.

Questo è il primo: Quella prima sera che ci incontrammo, eravamo così spaventati, sapevamo entrambi perché eravamo lì, perché eravamo venuti, ma sembravamo incapaci persino di parlarne. Ogni gesto — anche il minimo accenno al fatto di essere omosessuali — sembrava molto coraggioso, perché in un modo o nell’altro credevo ancora che sarebbe rimasto disgustato se avesse scoperto che volevo andare a letto con lui e che avrebbe detto qualcosa del tipo: “Come ti è venuto in mente che volessi fare una cosa simile?”.

Questo è il secondo: Crescere da froci è una cosa strana. Non impari mai niente dei corpi dei ragazzi perché hai paura di quello che puoi provare e non impari niente dei corpi delle ragazze perché hai paura di quello che non proverai. E così, la prima volta che vai a letto con qualcuno, è come se ti accorgessi per la prima volta di un corpo. Io osservai ogni cosa. Ricordo che rimasi sconcertato nel vedere come si alzava e si abbassava il suo diaframma mentre dormiva perché non avevo mai guardato nessuno dormire prima. E per avermi fatto vedere questo, a causa di questo, lo amerò sempre, anche se si comporta come fa. Non dimenticherò mai com’era, mentre dormiva.

Ciò che mi rattrista è la netta sensazione che la poesia di quei momenti e di quelle sensazioni sia assolutamente incomunicabile a chi abbia, diciamo così, una visione più tradizionale delle cose. Forse a qualcuno appaiono grotteschi. Pazienza.

03/11/2006

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Filed under: letteratura,libri — Oscaruzzo @ 09:35

Sto leggendo "Ballo in famiglia" di David Leavitt.

Una apocalisse. Una raccolta di storie brevi i cui protagonisti sono gente distrutta. Famiglie rovinate dal divorzio, dalla pazzia, dall’omosessualità di uno dei figli o del padre, dalle mallattie incurabili e da quant’altro.

Un libro deprimente, privo di qualunque luce o di qualunque elemento felice. Fa eccezione unicamente l’ultima frase del primo racconto Territorio.

Molto ben scritto. Da dimenticare.

30/10/2006

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Filed under: letteratura,libri — Oscaruzzo @ 10:49

L’evento del giorno: ho finito di leggere "A Feast for Crows", di George R. R. Martin.

Finalmente.

15/09/2006

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Filed under: letteratura — Oscaruzzo @ 16:02

Oriana Fallaci ha scritto tante cose. Le ultime non mi sono piaciute affatto. Altre, più vecchie, sì. Questa, ad esempio.

– Ho amato molto la luna, ho invidiato molto chi ci sarebbe andato. Ma ora che la guardo, così grigia e vuota e priva di bene, di male, di vita […] ricordo una frase […] «La luna è un sogno per chi non ha sogni». E preferisco questa palla verde e bianca e azzurra e brulicante di bene di male di vita che chiamano terra. È una palla avvelenata, lo so, e a toccarla e a starci si muore, lo so: la vita […] è una condanna a morte. […] E proprio perché siamo condannati a morte bisogna attraversarla bene, riempirla senza sprecare un passo, senza addormentarsi un secondo, senza temere di sbagliare, di romperci, noi che siamo uomini, né angeli né bestie ma uomini. Un giorno mi chiedesti cos’è la vita: vuoi ancora saperlo?

– Sì la vita che cos’è?

– È una cosa da riempire bene, senza perdere tempo. Anche se a riempirla bene si rompe.

– E quando è rotta?

– Non serve più a niente. Niente e così sia!

Grazie ad altainfedeltà per avermi riportato alla memoria questo brano.

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