Ci sono decine di ragioni per cui uno può cambiare lavoro. E, forse conseguentemente, ci sono decine di ragioni per cui tra due settimane io effettivamente cambierò lavoro.
Non starò a elencarle e a motivarle tutte quante. Dico solo che del mio corrente impiego ormai l’unico aspetto positivo è il rapporto coi colleghi, che si sono dimostrati sempre eccezionali. Per il resto, non vedo l’ora di andarmene. Davvero. Non vedo l’ora.
La notizia astrusa di oggi: vagabondando più o meno a casaccio su Wikipedia, apprendo con una certa sorpresa ed una certa inquietudine che:
Scopro tutto questo pochi minuti dopo aver citato appunto "il Principe" in una discussione… Mumble. O dovrei forse dire bwah ah ah ah.
Non so più essere razionale. Una volta ne ero capace. Davvero. Ora molto meno. E ne avrei bisogno. Perché ci si trova a volte in situazioni che richiederebbero un po’ più di testa e un po’ meno di "pancia". Situazioni che, finché mantenute, generano una continua alternanza di felicità e di frustrazione. E durante i momenti di frustrazione, si sente che varebbe la pena di buttare nel cesso tutto quanto pur di allontanare quelle sensazioni così dolorose. E durante i momenti di felicità si sente con altrettanta chiarezza quanto valga la pena di stringere i denti e sopportare i momenti di frustrazione, in cambio di una gioia tanto grande. E infine nei momenti intermedi c’è solo una gran confusione ed incertezza.
Dovrei essere più razionale. Perché sentire non è capire.
Ebbene sì, lo ammetto, ho acquistato degli oggetti per una questione estetica anziché in base a criteri più sensati come ad esempio, qualità, funzionalità o convenienza.
Il problema è che sono succube dei coordinati. L’idea di avere un asciugamano che non “faccia pendant” con l’accappatoio mi innervosisce e mi rattrista, mentre invece mi causa una gioia insensata il fatto che una padella possa riportare lo stesso motivo di una presina.
Aiutatemi.
PS. Mi dicono che “fa pendant” è una espressione in uso solo in Piemonte. Non-piemontesi, confermate? Tra l’altro pensavo si scrivesse “pandant”, ma il deMauro dice che no, si scrive con la “e”. Boh.
Ogni anno, in prossimità del Siggraph c’è un gran fiorire di articoli interessantissimi. E questo è una delle cose più incredibili che abbia mai visto.
In pratica un metodo per sostiture un pezzo di una foto con pezzi di altre, selezionate automaticamente da una libreria contenente milioni di immagini. Un modo per eliminare gli ex-fidanzati dalle foto delle vacanze e i camion della spazzatura dalle foto dei monumenti. Bellissimo. Peccato che non si possa scaricare il software…
Spesso mi chiedo (ed anche se per la verità ne so pochissimo penso sia, o sia stato in qualche epoca, un problema filosofico importante) quale sia esattamente la relazione fra la sostanza (o i fatti), le idee che abbiamo di tali fatti e la rappresentazione verbale dei fatti o delle idee. Quanto le parole aderiscono alle idee? O ai fatti? E le idee alla sostanza? E quanto è importante tale aderenza?
Lo spunto per tutta questa astrusità mi viene da una notizia di oggi. Questo tizio parla di pulizia etnica. Parole pesantucce. Però l’idea (e cioè che le zone di batuage siano uno squallore per tutti) mi trova d’accordo. E per quanto riguarda la sostanza, bisognerà vedere come si attuerà. Addirittura qualcuno propone di "riaprire le case chiuse e creare quartieri a luci rosse come succede nel resto d’Europa" (e io sarei d’accordo). Qualcun altro propone manganellate (e lì concordo molto meno).
Ma il punto è che sicuramente verrà su una gran cagnara. Ognuno avrà modo di scandalizzarsi e di protestare. Ma si discuterà solo di parole. Né di idee, né di fatti.
A più di un anno di distanza, posso dire di stare ancora rotolando… Meglio così, anche se sto cominciando a chiedermi dove andrò a parare (e come).
Qual’e` la cosa piu` idiota che si possa scrivere in una circolare aziendale? Non lo sapete? Ecco qua:
Per contenere i consumi energetici si incoraggiano i dipendenti ad attenersi alle seguenti indicazioni:
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Eh? Solo per salire? E quando sono tutti su? Che cazzo faranno quando gli ascensori sono tutti all’ultimo piano? Eh? eh?
Oggi mi sento verde. Per cui metto una immagine (anzi due) autoesplicativa (cioè più o meno, ma so che i miei lettori sono intelligenti e la capiranno). Tié.
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