Ieri sera mi sono guardato la prima puntata della fiction sul generale Dalla Chiesa e (come sempre mi succede qualunque cosa faccia) mi sono incazzato.
La fiction in questione a quanto pare sarebbe "liberamente ispirata alla vita del generale eccetera", con tanto di disclaimer che ci conferma che i riferimenti a persone e fatti vanno comunque considerati come elementi di "libertà di espressione artistica".
L’effetto netto è che non ci sono date, non ci sono luoghi, non ci sono nomi (dei terroristi, mentre vengono nominate le vittime). Curcio, Franceschini e tutti gli altri brigatisti, che pure sono inequivocabilmente identificabili nella trama, non vengono mai nominati.
Il mio timore è che oggi si sia diventati così "politically correct" che non si possano più chiamare le cose col loro nome (e in particolare, non si possa chiamare delinquente un delinquente, anche quando ci sia stato un processo conclusosi con una condanna).
Spero di sbagliarmi. Altrimenti cosa scriveranno sui libri di storia? C’era una volta uno che fece delle cose. Mah.