La casa dell'accrocchio Pensieri a manovella

01/03/2008

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Filed under: musica — Oscaruzzo @ 23:47

Sulla imbarazzante canzone della Tatangelo, posso solo dire questo:

E spero che il messaggio sia passato…

09/02/2008

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Filed under: imparo,musica,sproloqui,tecnologia,videogiochi — Oscaruzzo @ 18:53

Chi mi conosce sa che tendo ad affrontare le difficoltà con un approccio “ingegneristico”. Questo significa che quando identifico un problema, cerco di analizzare quali siano le possibili soluzioni e quali siano i modi più efficienti per arrivarci. Cerco di massimizzare i vantaggi e minimizzare gli svantaggi. Formulo dei piani, costituiti da una serie di passi elementari, e li affronto in sequenza. Se un certo passo richiede delle informazioni o capacità che non ho, quello diventa a sua volta un problema, da risolvere (ad esempio) cercando qualcosa o qualcuno in grado di fornirmi la competenza necessaria. Questo può portarmi a volte a compiere scelte sorprendenti, ma (di solito) perfettamente logiche se viste all’interno del mio grande piano (grante piano di conkvista di monto).

Tutto questo per dire che mi sono deciso a comprarmi questa cosa.

Un modo pratico ed economico per fare un po’ di moto tutti i giorni, oltre che (en passant) un modo per capire quale sia esattamente questo misterioso legame fra la musica e i movimenti del corpo che la gente chiama “ballo”. Sperando che “stay cool” non voglia dire “stai fresco”…

27/12/2007

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Filed under: musica — Oscaruzzo @ 21:02

Dick Dale era troppo avanti (e non solo rispetto agli storditi che nel video gli stanno, per l’appunto, dietro).

20/12/2007

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Filed under: musica,pensieri — Oscaruzzo @ 22:49

Dmitrij Šostakovič (Дмитрий Шостакович, tanto per far contenti i cirillofili), Waltz 2, dalla "Suite for Variety Stage Orchestra" (ma a volte erroneamente collocata nella "Jazz Suite 2", e sono sicuro che c’è una storia interessantissima dietro questo fatto).

Un pezzo che adoro, perché (e qui mi concedo una deroga dalla mia regola aurea secondo la quale nessuno dovrebbe mai spiegare la bellezza di qualcosa, ma vabé, diciamo che ci metto una delle ragioni per cui mi piace), dicevo, un pezzo che adoro perché meglio di tutti mi sembra che esprima la mia visione dell’universo e dei processi che vi avvengono, un continuo dipanarsi di cause ed effetti, piccoli od enormi, insignificanti o grandiosi, continuamente, continuamente, uno dopo l’altro, le galassie che si scontrano e le nostre vite ingarbugliate che rotolano rotolano rotolano.

Chiudete gli occhi e schiacciate play. Anzi no, schiacciate play e chiudete gli occhi.

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16/12/2007

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Filed under: musica,pensieri,poesia — Oscaruzzo @ 19:05

Io lo so che non sono solo, anche quando sono solo. Io lo so che non sono solo. Io lo so che non sono solo, anche quando sono solo.

Sotto un cielo di stelle e di satelliti, tra i colpevoli le vittime e i superstiti, un cane abbaia alla luna, un uomo guarda la sua mano: sembra quella di suo padre quando da bambino lo prendeva come niente e lo sollevava su. Era bello il panorama visto dall’alto; si gettava sulle cose prima del pensiero; la sua mano era piccina, ma afferrava il mondo intero. Ora la città è un film straniero senza sottotitoli, le scale da salire sono scivoli, il ghiaccio sulle cose, la tele dice che le strade son pericolose. Ma l’unico pericolo che sento veramente è quello di non riuscire più a sentire niente: il profumo dei fiori, l’odore della città, il suono dei motorini, il sapore della pizza, le lacrime di una mamma, le idee di uno studente, gli incroci possibili in una piazza, di stare con le antenne alzate verso il cielo. Io lo so che non sono solo.

Io lo so che non sono solo, anche quando sono solo. Io lo so che non sono solo, e rido, e piango, e mi fondo con il cielo e con il fango. Io lo so che non sono solo, anche quando sono solo. Io lo so che non sono solo, e rido, e piango, e mi fondo con il cielo e con il fango.

La città è un film straniero senza sottotitoli, una pentola che cuoce pezzi di dialoghi “come stai”, “quanto costa”, “che ore sono”, “che succede”, “che si dice”, “chi ci crede”, “e allora ci si vede”. Ci si sente soli, dalla parte del bersaglio, e diventi un appestato quando fai uno sbaglio. Un cartello di sei metri dice “tutto è intorno a te”, ma ti guardi intorno e invece non c’è niente. Un mondo vecchio che sta insieme solo grazie a quelli che hanno ancora il coraggio di innamorarsi e una musica che pompa sangue nelle vene e che fa venire voglia di svegliarsi e di alzarsi e di smettere di lamentarsi, ché l’unico pericolo che senti veramente è quello di non riuscire più a sentire niente: il battito di un cuore dentro al petto, la passione che fa crescere un progetto, l’appetito, la sete, l’evoluzione in atto, l’energia che si scatena in un contatto.

Io lo so che non sono solo, anche quando sono solo. Io lo so che non sono solo, e rido, e piango, e mi fondo con il cielo e con il fango. Io lo so che non sono solo, anche quando sono solo. Io lo so che non sono solo, e rido, e piango, e mi fondo con il cielo e con il fango.

E mi fondo con il cielo e con il fango.

Jovanotti – Fango

01/12/2007

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Filed under: amore,musica,poesia — Oscaruzzo @ 02:42

Lontano lontano nel tempo
qualche cosa negli occhi di un altro
ti farà ripensare ai miei occhi
ai miei occhi che ti amavano tanto.

E lontano lontano nel mondo
in un sorriso sulle labbra di un altro
troverai quella mia timidezza
per cui tu mi prendevi un po’ in giro.

E lontano lontano nel tempo
l’espressione di un volto per caso
ti farà ripensare al mio volto
l’aria triste che tu amavi tanto.

E lontano lontano nel mondo
una sera sarai con un altro
e ad un tratto chissà come e perché
ti troverai a parlargli di me
di un amore ormai troppo lontano.

Luigi Tenco – Lontano lontano

24/11/2007

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Filed under: musica,politica — Oscaruzzo @ 21:28

Windin’ your way down on Baker Street
Light in your head and dead on your feet
Well another crazy day
You’ll drink the night away
And forget about everything
This city desert makes you feel so cold.
It’s got so many people but it’s got no soul
And it’s taking you so long
To find out you were wrong
When you thought it had everything

You used to think that it was so easy
You used to say that it was so easy
But you’re tryin’
You’re tryin’ now
Another year and then you’ll be happy
Just one more year and then you’ll be happy
But you’re cryin’
You’re cryin’ now

Way down the street there’s a lad in his place
He opens the door he’s got that look on his face
And he asks you where you’ve been
You tell him who you’ve seen
And you talk about anything

He’s got this dream about buyin’ some land
He’s gonna give up the booze and the one night stands
And then he’ll settle down there’s a quiet little town
And forget about everything

But you know he’ll always keep movin’
You know he’s never gonna stop movin
Cus he’s rollin’
He’s the rollin’ stone

And when you wake up it’s a new mornin’
The sun is shinin’ it’s a new morning
You’re goin’
You’re goin’ home.

Gerry Rafferty – Baker Street

28/10/2007

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Filed under: musica,pensieri,poesia — Oscaruzzo @ 18:01

Parlami dell’universo
di un codice stellare che morire non può
di anime in continuo mutamento
e abbracci nucleari estesi nell’immensità
dove tu mi stai aspettando adesso
dentro una vertigine che danza
e ci porta al di là del tempo
sino a ritornare sulle labbra
l’incanto è lo stesso
perchè niente è cambiato
anche se tutto è diverso.

Cantami dell’universo
di un codice stellare che mentire non può
cadono nel vuoto in un momento
miliardi di segnali
che accendono l’immensità
dove tu lo sai che poi mi perdo
dentro a una vertigine che danza
e ci porta al di là del tempo
sino a ritornare sulle labbra
l’incanto è lo stesso
perchè niente è cambiato
anche se tutto è diverso,
perchè niente è cambiato
anche se tutto sembra diverso.

Miliardi di segnali che accendono l’immensità
dentro a una vertigine che danza
e ci porta al di là del tempo
sino a ritornare sulle labbra
l’incanto è lo stesso
e tu sei dentro a una vertigine che danza
e ci porta al di là del tempo
dentro a una vertigine che danza
e ci porta al di là del tempo.

Cristina Donà – Universo

25/10/2007

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Filed under: musica — Oscaruzzo @ 23:16

Mi si invita a parlare di radio; e chi sono io per dire di no? Anche perché con la radio ho un rapporto di amore/odio. Chi ha viaggiato in macchina con me sa perfettamente che non riesco a spegnerla nemmeno per un minuto. Eppure non riesco ad ascoltarla nemmeno per trenta secondi senza cambiare canale. Almeno fino al raro momento in cui mi stabilizzo su qualcosa di interessante. E interessante per me vuol dire:

• Alcune robe stranissime di notte su Radio Montecarlo.
• Mary Cacciola che dice "amici!" su Radio Capital (una delle poche speaker che non mi faccia cambiare canale al volo…). Devo dire che mi piace parecchio anche il tipo di musica che mettono… Ma insomma, Radio Capital da sola si acchiappa l’ottanta per cento del tempo che passo ascoltando la radio. Tra Zucconi (l’uomo di buon senso), la Eleodori, Bellotto e la Senatori, la succitata Cacciola e Lucatello, eccetera, credo che sia l’unica radio a non essere noiosa anche quando parlano.
• Le cosucce vecchie vecchie di Radio Nostalgia (non per niente che si chiama così) che tra l’altro è una radio furbissima, sul display dell’autoradio invece che "radio nostalgia" ci scrivono titolo e interpete di quello che stanno trasmettendo!

Per il resto basta, mi pare di capire che avrei dovute dirne dieci, ma insomma accontentatevi.

Uh e poi c’è anche Radio Evangelo, voi non potete capire, mi faccio delle grasse risate a sentire queste canzoncine tutte ye-ye che dicono robe tipo "gioisco tanto sarò santo e intanto canto" (no, beh, me la sono inventata, ma rende l’idea). Però non più di cinque minuti, eh, che poi fa male.

Uh, inoltre mi si dice che questa cosa è in realtà una catenadisantantonio, per cui ho il piacere di appiopparla a qualcuno (voi sapete quanto io ami le catenedisantantonio, ogni tanto ne partorisco cinque o sei in un pomeriggio). Vabè, non so a chi rifilare il fardello, IEEE, pensaci tu!

12/10/2007

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Filed under: amore,imparo,musica,poesia — Oscaruzzo @ 11:48

Tra opere e omissioni
sono un sopravvissuto
fra storie naufraghe e gingilli
un cuore muto di velluto
per appuntare spilli

Tra opere e omissioni
io sono il giocatore
che punta ancora un altro inganno
sul panno usato del dolore
per vincere il suo danno

Claudio Baglioni – Opere e omissioni (estratto)
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