La casa dell'accrocchio Pensieri a manovella

16/12/2007

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Filed under: musica,pensieri,poesia — Oscaruzzo @ 19:05

Io lo so che non sono solo, anche quando sono solo. Io lo so che non sono solo. Io lo so che non sono solo, anche quando sono solo.

Sotto un cielo di stelle e di satelliti, tra i colpevoli le vittime e i superstiti, un cane abbaia alla luna, un uomo guarda la sua mano: sembra quella di suo padre quando da bambino lo prendeva come niente e lo sollevava su. Era bello il panorama visto dall’alto; si gettava sulle cose prima del pensiero; la sua mano era piccina, ma afferrava il mondo intero. Ora la città è un film straniero senza sottotitoli, le scale da salire sono scivoli, il ghiaccio sulle cose, la tele dice che le strade son pericolose. Ma l’unico pericolo che sento veramente è quello di non riuscire più a sentire niente: il profumo dei fiori, l’odore della città, il suono dei motorini, il sapore della pizza, le lacrime di una mamma, le idee di uno studente, gli incroci possibili in una piazza, di stare con le antenne alzate verso il cielo. Io lo so che non sono solo.

Io lo so che non sono solo, anche quando sono solo. Io lo so che non sono solo, e rido, e piango, e mi fondo con il cielo e con il fango. Io lo so che non sono solo, anche quando sono solo. Io lo so che non sono solo, e rido, e piango, e mi fondo con il cielo e con il fango.

La città è un film straniero senza sottotitoli, una pentola che cuoce pezzi di dialoghi “come stai”, “quanto costa”, “che ore sono”, “che succede”, “che si dice”, “chi ci crede”, “e allora ci si vede”. Ci si sente soli, dalla parte del bersaglio, e diventi un appestato quando fai uno sbaglio. Un cartello di sei metri dice “tutto è intorno a te”, ma ti guardi intorno e invece non c’è niente. Un mondo vecchio che sta insieme solo grazie a quelli che hanno ancora il coraggio di innamorarsi e una musica che pompa sangue nelle vene e che fa venire voglia di svegliarsi e di alzarsi e di smettere di lamentarsi, ché l’unico pericolo che senti veramente è quello di non riuscire più a sentire niente: il battito di un cuore dentro al petto, la passione che fa crescere un progetto, l’appetito, la sete, l’evoluzione in atto, l’energia che si scatena in un contatto.

Io lo so che non sono solo, anche quando sono solo. Io lo so che non sono solo, e rido, e piango, e mi fondo con il cielo e con il fango. Io lo so che non sono solo, anche quando sono solo. Io lo so che non sono solo, e rido, e piango, e mi fondo con il cielo e con il fango.

E mi fondo con il cielo e con il fango.

Jovanotti – Fango

4 Comments »

  1. Sento uno strano bisogno di giustificare il fatto di aver messo qui un testo di Jovanotti, ma la verita` pura e semplice e` che (anche se deve ancora imparare a cantare), lui in vent’anni e` passato da “sei come la mia moto” a questi testi che io trovo molto poetici, mentre altri in altrettanti anni sono passati da “madre dolcissima” a “bacco perbacco” o da “l’anno che verra`” a “ciao”.

    Comment by Oscaruzzo — 16/12/2007 @ 21:04

  2. beh ma non devi giustificare niente:)

    Questa canzone non e` affatto male, l’ho sentita in radio l’altro ieri e devo dire che ha il suo perche`!

    Comment by torelizer — 17/12/2007 @ 11:24

  3. Tra l’altro il video non e` quello ufficiale perche` non l’ho trovato. Si tratta invece di un video amatoriale, che un tizio ha realizzato e pubblicato su YouTube, beccandosi anche i complimenti di Jovanotti, che a quanto pare ha un account li` sopra.

    Comment by Oscaruzzo — 17/12/2007 @ 11:59

  4. È cominciato tutto quando gli si è incupito lo sguardo. Penso che siamo soli sempre, ma il pezzo è bello.

    Comment by barynia — 17/12/2007 @ 14:52

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