La casa dell'accrocchio Pensieri a manovella

30/05/2007

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Filed under: assurdo,pensieri,politica — Oscaruzzo @ 12:12

ghigliottinaCerte volte il mio (quasi sopito) spirito rivoluzionario si risveglia. Basta che io legga qualcosa come questo articolo di Marco Travaglio e l’effetto è assicurato.

Ma porca pupazza. Possibile che non ci sia proprio un limite? Secondo me i nostri politici non hanno esattamente la sensazione di quanto stiano facendo incazzare la gente. Io vorrei fare qualcosa per loro (i politici), così magari capiscono.

Ad esempio mi piacerebbe andare nottetempo davanti al palazzo del parlamento, e installare lì di fronte una bella ghigliottina. Magari non funzionante, diciamo una ricostruzione storica, cioè quello che conta è il messaggio. Vabe`, poi mi beccherei del terrorista giacobino e chissà che altro, ma io la metterei lì proprio perché non si arrivi mai a vederla funzionare. Mah.

28/05/2007

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Filed under: animali,fauna,natura,pensieri — Oscaruzzo @ 23:05

Il vialetto d’ingresso del condominio in cui abito è affiancato da due siepi decisamente alte e decisamente vicine una all’altra. Queste siepi in primavera (maggio, giugno) si riempiono di fiorellini dall’odore dolcissimo. Le api ne vanno pazze e accorrono a centinaia. Quando si deve entrare in casa (di giorno) bisogna dunque attraversare questa nube ronzante (e profumata). Il bello è che non fa paura! Anzi, dà una sensazione di strana euforia passare indenni (immuni?) tra queste creaturine assolutamente affascinanti (ma pungenti, velenose, velocissime, tante!) intente al loro lavorìo, che a volte ti sbattono anche addosso nella loro fretta di raggiungere un nuovo fiore (me le immagino cristonare e raccattare al volo i granelli di polline persi nello scontro) ma mai, mai, mai mi risulta abbiano punto qualcuno. È bello. È uno di quei rari momenti in cui mi sento partecipe di una qualche strana forma di “armonia universale”. Mi fa perfino venire voglia di dare una mano…

20/05/2007

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Filed under: assurdo,pensieri,sogni — Oscaruzzo @ 18:43

I sogni sono proprio una roba stranissima.

Era notte, d’inverno, avevo un cappotto e andavo in giro per un paesello tutto salite e scale. Poi prendevo la rincorsa, saltavo in aria e sbatacchiavo le braccia con tutto il cappotto e volavo, andavo un po’ avanti e indietro, tutto a balzelloni proprio come i pipistrelli, a tre metri scarsi da terra, usando i lembi del cappottone come ali. Non che facessi molta strada, ma era divertente e mi chiedevo tutto il tempo come mai nessuno ci avesse pensato prima. Non era nemmeno troppo faticoso. E quelli per terra alzavano il naso e non dicevano niente, solo uno mi indicava ad un bambino e gli diceva "guarda".

Io lo sapevo che era un sogno, però mi dicevo "che sogno fantastico, che idea geniale" e non vedevo l’ora che fosse giorno per svegliarmi e correre a tirare fuori il cappotto dall’armadio e farmi due svolazzate nel giardino condominiale.

Uff.

16/05/2007

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Filed under: assurdo,pensieri — Oscaruzzo @ 09:50

Questa notte prima di addormentarmi pensavo all’impianto elettrico a casa mia. C’è una luce comandata da tre punti. Qualunque interruttore schiacci, se la luce è accesa, si spegne; se è spenta, si accende. Pensavo che le possibili combinazioni degli stati degli interruttori sono otto, e che si possono mettere in corrispondenza dei vertici di un cubo. Premere uno degli interrutori significa spostarsi su un altro vertice percorrendo un lato delle facce del cubo. E quindi? Boh, non so, dopo un po’ mi sono anche addormentato, e che cavolo!

14/05/2007

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Filed under: Uncategorized — Tags: — Oscaruzzo @ 11:08

La mattina mi arzo presto
devo core come un pazzo
con lo sguardo cupo e tristo
faccio proprio schifo ar cazzo

si per caso poi te incrocio
scusa nun sto troppo bene
e ciò l’ansia dell’ufficio
c’ho dei dubbi sul mio peneeeee

faccio er programmattore
ogni giorno 12 ore
sono stronzo sissignore
nun c’ho tempo pe l’amore

si me chiedi na promessa
pure quella a me me stressa
e non sono più ragazzo
nun c’ho er tempo de fà ‘n cazzoooooo

e se viene la mia donna
caccio pure na madonna
c’ho le borse sotto l’occhi
che vergogna quando mbocchi

c’ho la casa che è uno schifo
bada che te piglia er tifo
e sto un pò a morì de coccia
mò me sputi pure ‘n faccia

ho deciso de scappà
da ste paranoie mie
me ne vojo proprio annà
da sto mondo de bucie

d’esse n’altro faccio finta
me fa schifo la realtà
oste damme n’altra pinta
ogge me voglio ‘mbriacàààààà

io non sono il mio lavoro
sono un cercatore d’oro
non lavoro pe le banche
me rilasso sulle panche

mouse, computer e tastiera
preferisco na pastiera
‘nvece di andà a lavorà
vorrei sta sempre a scopàààààà

faccio er programmattore
ogni giorno 12 ore

faccio er programmattore
ogni giorno 12 ore

faccio er programmattore
ogni giorno 12 ore

faccio er programmattore
ogni giorno 12 ore

faccio er programmattore
ogni giorno 12 ore

faccio er programmattore
ogni giorno 12 ore

faccio er programmattore
ogni gioooooooooooooorno 12 ò

La canzone der programattore – Ignoto

12/05/2007

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Filed under: Uncategorized — Tags: — Oscaruzzo @ 22:33

Un giorno come un altro. Uno dietro l’altro i secondi e poi i minuti, con le ore ed i giorni, non facevano mai niente per farsi distinuguere uno dall’altro. In quel giorno come tutti, faceva tardi in ufficio per cercare di sbrigare una quantità di lavoro vecchio di mesi, pensando che fra qualche mese si sarebbe dovuto occupare di quello lasciato da parte ora. Sempre così, pensava. La sola differenza sarebbe stata nella temperatura che si faceva man mano più torrida all’avvicinarsi dell’estate.

Due giorni prima, arrivando in ufficio, assalito dalla calura esalata dai PC accesi durante tutta la notte, aveva acceso il condizionatore per la prima volta dall’inizio della primavera. Il marchingegno lo aveva salutato con una serie di vibrazioni e di rumori del tipo gniiiii gniiiiii gneeeaaaargh squash squash squash e aveva inondato l’intero locale con un fetore di cadavere. Probabilmente un topolino aveva eletto il condizionatore a sua estrema dimora, proprio in mezzo alle pale della ventola. La sua fervida e spesso inopportuna fantasia di aveva regalato suo malgrado una visione della scena.

Sorrise a quel pensiero; non che fosse un individuo freddo o sarcastico, ma era in qualche modo incapace di vedere il lato tragico o deprimente nelle piccole cose e spesso anche in quelle niente affatto piccole. Il suo sorriso “filosofico” gli spuntava in faccia nei momenti più inopportuni: alla notizia di un licenziamento di un collega; di fronte alla tristezza di un amico lasciato dalla sua donna; davanti ai reportage sanguinolenti dei telegiornali; così tutti, tranne gli amici più intimi, che lo conoscevano, davano per scontato che quell’uomo che sorrideva su tutto, non riuscendo mai ad essere veramente dispiaciuto, fosse a seconda dei casi, un po’ scemo o un po’ stronzo.

Le sue mani correvano sulla tastiera. Le braccia appoggiate sulla scrivania sudavano e si appiccicavano ai fogli. La sua fronte sudava, e i capelli vi si appiccicavano. La sua più volte maledetta poltrona in pelle gli si appicicava alle gambe sudate. Tutto era sudato e appiccicoso. Ogni tanto si muoveva distrattamente, cercando di scollarsi dalle cose che lo circondavano. I suoi pensieri erano equamente suddivisi fra il lavoro e gli improperi e quando, di tanto in tanto, si rendeva conto di quanto schifosa fosse la sua situazione, egli sorrideva.

Così passò anche quel pomeriggio e il sole era già basso quando decise che poteva infine rimandare all’indomani il lavoro residuo…

10/05/2007

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Filed under: assurdo — Oscaruzzo @ 09:43

Mio bisnonno, il padre di mio nonno paterno, possedeva un terreno nei paraggi del suo paese, in Sicilia. Questo terreno è in gran parte costituito da una specie di montagna. Dovrei dire "era", perché la montagna è stata quasi interamente consumata da una enorme cava di granito. La famiglia che possiede la cava è una delle più ricche della zona. Ovviamente mio bisnonno non sapeva nulla del granito, e sulla montagna ci seminava l’orzo. Deluso dallo scarso rendimento della terra, la cedette per quattro soldi.

Mio nonno paterno possedeva un terreno pure lui. In Tunisia. L’avevano comprato coi soldi tirati su da mia bisnonna contrabbandando oro dall’Italia all’America (ma questa è un’altra storia). Si erano trasferiti tutti quanti laggiù a fare i coloni, in stile Rossella O’Hara. Questo terreno era enorme, avevano campi di grano e orzo, vigne, migliaia di pecore, cavalli, un cascinone pazzesco nel mezzo e qualche dozzina di persone che lavoravano per loro. Quando però la Tunisia divenne indipendente dalla Francia nel ’56, tutti gli stranieri furono cacciati dal paese e le loro proprietà furono confiscate, nonostante fossero state regolarmente acquistate.

Mio padre non possedeva un terreno. Però per un certo periodo è stato un piccolo imprenditore industriale. L’azienda non andava neanche malaccio, ma lui non ha retto i ritmi e lo stress che erano necessari alla conduzione dell’attività, per cui (con ragione) piuttosto che continuare a tribolare con quello che all’epoca ancora si chiamava "esaurimento nervoso", ha preferito liquidare tutto (ovviamente rimanendo fregato) e tornare a fare il lavoratore dipendente.

Non so mio trisnonno o suo padre prima di lui che razza di accidenti abbiano combinato. Certo che di sfiga atavica da queste parti non c’è carenza…

05/05/2007

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Filed under: Uncategorized — Tags: — Oscaruzzo @ 19:25

Oggi ho provato una sensazione nuova ed interessante. Non proprio meravigliosa. Diciamo interessante. Diciamo anche che non ho nessuna voglia di provarla di nuovo in un prossimo futuro.

Stavo montando un invertitore (che è una specie di interruttore, non uno che ti travia). Beh ci stavo un po’ lottando perché insomma, con queste cose non sono proprio praticissimo e a un certo punto ho sentito questa cosa stranissima, una specie di formicolìo insieme a una sensazione di calore, ed entrambe le sensazioni andavano decisamente aumentando. Poi ho visto che stavo toccando un filo della corrente e allora ho tolto il dito, che è meglio (come diceva Puffo Quatrocchi).

Vabé. Don’t try this at home.

Beh per la verità anche anche altre cose sono successe. Varie e variegate. Emmenomale!

04/05/2007

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Filed under: assurdo — Oscaruzzo @ 16:51

Beh, questa è la cosa più assurda che abbia mai visto. Grasse risate!

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Filed under: Uncategorized — Tags: — Oscaruzzo @ 12:13

Oggi mi dedico una canzone. Sarà solo una roba dei Take That, ma dice cose che dovrei dirmi più spesso. Per la serie: ce la si può farcela. Perché domani è un anno nuovo…

You, you’re such a big star to me
You’re everything I wanna be
But you’re stuck in a hole and I want you to get out
I don’t know what there is to see
But I know it’s time for you to leave
We’re all just pushing along
Trying to figure it out, out, out.

All your anticipation pulls you down
When you can have it all, you can have it all.

So come on, come on, get it on
Don’t know what you’re waiting for
Your time is coming don’t be late, hey hey
So come on
See the light on your face
Let it shine
Just let it shine
Let it shine.

Stop being so hard on yourself
It’s not good for your health
I know that you can change
So clear your head and come round
You only have to open your eyes
You might just get a big surprise
And it may feel good and you might want to smile, smile, smile.

Don’t you let your demons pull you down
‘Cause you can have it all, you can have it all.

Hey let me know you
You’re all that matters to me
Hey let me show you
You’re all that matters to me.

Hey let me love you
You’re all that matters to me
Hey so come on yeah
Shine all your light over me.

Take That – Shine
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