La casa dell'accrocchio Pensieri a manovella

Sto cominciando a credere che per me tenere un blog o un diario sia in qualche modo il segno di un disagio fuori controllo o, piu` in generale, di una situazione di instabilita` o di crisi (dove per crisi non si intende necessariamente una cosa negativa, ma comunque un momento di cambiamento e quindi non facile).

In questi ultimi giorni, infatti, non mi sento particolarmente spinto a scrivere qualcosa; anzi mi devo un po’ forzare per trovare un argomento di cui parlare. Si vede che sto tornando verso una situazione di relativo equilibrio (con un grosso aiuto esterno da parte di una persona davvero speciale). Sperando che comunque equilibrio non voglia dire stasi.

La verita` rende liberi.

Credo che questa sia una delle frasi piu` azzeccate della storia dell’umanita`. Anche se in effetti chi l’ha detta si riferiva a una particolare verita` e non alla verita` in generale.

Certo, si sono dimenticati di dire che alcune verita` possono richiedere impegno e anche sofferenza prima di essere capite o svelate, ma insomma, e` sicuramente vero che dopo si sta meglio. Ma davvero molto meglio.

Tutto questo giro di parole incomprensibile per dire che oggi mi e` successo uno degli eventi piu` strani e belli degli ultimi anni, e che (spero) mi ha portato a riavvicinarmi di parecchio a un amico che credevo quasi perduto su chissa` quale delle mille strade della vita; invece stavamo di fatto percorrendo la stessa, con lui un po’ piu` avanti di me..

Una delle (troppe) cose che non mi piacciono di me, e` che sono totalmente non artistico. Voglio dire, l’universo (cioe` tutto cio` che ci circonda, e tutto cio` che le cose che ci circondano fanno) e` cosi` incredibilmente carico di poesia e di bellezza e io ho la disgrazia di esservi piuttosto sensibile. Eppure non riesco a esprimerlo in nessun modo. Vorrei cantarlo, scolpirlo, suonarlo, fotografarlo, danzarlo, dipingerlo, metterlo in rime. E invece nisba. Sono uno spettatore. E` frustrante.

Non e` mai bello quando le cose che ci piacciono di piu` diventano improvvisamente ostili.

Ieri sera c’era un interessante concerto (percussionisti senegalesi) a Superga. Un posto che mi piace un sacco, soprattutto per l’arietta fresca che c’e` sempre.

Peccato che ieri sera l’arietta fosse un ventazzo pazzesco e fresco volesse dire 18 gradi.

Ho saltellato per mezz’ora (per il freddo, non per il concerto che peraltro era piuttosto notevole; uno dei percussionisti, un tale lungo e magro, con degli occhialetti che pareva un filosofo dell’ottocento, era davvero un virtuoso) e poi sono scappato di nuovo nella calura cittadina, che per una volta mi e` parsa addirittura accogliente.

Mannaggia.

Un’ora in piscina, per non pensare ad altro che a come muovere le braccia e le gambe.

Una passeggiata, per non pensare ad altro che a dove mettere i piedi per non pestare una merda di cammello.

Un gelato (ciccoloato fondente, nocciola e panna), per non pensare ad altro che ai messaggi provenienti dalla mie papille gustative.

Una doccia, per non pensare ad altro che al mio corpo che lentamente riacquista una temperatura normale.

Vabe`.