La casa dell'accrocchio Pensieri a manovella

31/01/2007

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Filed under: pensieri,politica,religioni — Oscaruzzo @ 09:52

OK, io sarò prevenuto, ma ogni giorno mi tocca incazzarmi sempre con gli stessi soggetti. Ieri Napolitano – il nostro presidente – sulla questione dei PACS ha detto che bisognerebbe tenere conto delle opinioni della chiesa e cercare di mediare (vabè, io sono contrario pure a questo…). E ovviamente questi pezzi di merda colorati di porpora hanno subito sputato su qualunque tentativo di mediazione, dicendo che la legge sui PACS sarebbe superflua!!!

Ora, a prescindere dal fatto che pure io sono contrario ai PACS (io estenderei il matrimonio civile, e le coppie “di fatto” se vogliono qualche diritto, lo diventino giuridicamente, con tutti i doveri che ciò comporta), dicevo, nonostante sia contrario ai PACS questo atteggiamento mi manda in bestia. Questi retrogradi pruriginosi non solo influenzano tutta la nostra società e il nostro pensiero assicurandosi che se per caso sei checca tu cresca con la convinzione di essere un mostro, e circondato da persone che ti tratterebbero come tale se solo sapessero cosa passa per la tua testa, ma si permettono pure di cercare di stabilire quali debbano essere le leggi – le leggi, cazzarola – del nostro Stato e di trattare con sufficienza la massima carica della Repubblica.

A queste faccie da culo mi piacerebbe ricordare che i patti lateranensi non sono più in vigore, e che se hanno bisogno di un’altra breccia in stile porta Pia, glie ne possiamo fare una nuova in qualsiasi momento.

Aah, mi sono sfogato.

PS: Si noti che tutto questo non ha nulla a che fare con la religione, ma solo col clero (tanto per essere chiari).

brecciaportapiasmall

30/01/2007

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Filed under: amicizia,amore,depressione,pensieri — Oscaruzzo @ 22:38

Quando uno non è in grado di amare sé stesso, difficilmente troverà qualcuno che lo ami. Ma quando lo trova, semplicemente non ci crederà. Gli semberà semplicemente impossibile. Avrà l’impressione di aver trovato qualcuno che si lasci amare. Ma non riuscirà mai a capacitarsi del fatto che qualcuno lo ami o tenga a lui in qualche misura.

Più in piccolo, avrà gravi difficoltà a trovare amicizie. E quando per caso ne troverà, si sentirà sempre un intruso in loro compagnia. Non li cercherà quando loro non lo cercano, perché pensa che non sia il caso di disturbarli o che comunque a loro non importi avere sue notizie. A volte cercherà di ferirli (o di ferirsi) per cercare di capire quanto lui conti per loro, ma i risultati dell’esperimento saranno comunque ignorati o travisati.

Alla fine perderà amori e amicizie, rimanendo con la sensazione di non essere stato in grado di conquistarsi niente (quando invece ha fatto solo in modo di perdere ciò che aveva, non vedendolo).

Devo fare qualcosa.

29/01/2007

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Filed under: assurdo,pensieri,religioni,scienza — Oscaruzzo @ 22:38

Imparo imparo imparo (seconda puntata).

I codici miniati (o miniature) si chiamavano così non perché fossero pieni di disegni piccini piccini, ma in virtù del nome dell’inchiostro rosso che veniva ampiamente usato: il minio (quello dell’antiruggine), il cui nome deriva a sua volta dal fiume Minius in Spagna (da cui proveniva il pigmento). Per inciso il minio è tossico e cancerogeno.

Se quando ti metti a urlare veramente (ma veramente) forte senti gusto di sangue in bocca, è meglio che smetti subito (ed è meglio che trovi un altro sistema per sfogare rabbia e frustrazione), a meno che non ti piaccia avere la voce roca per i prossimi tre o quattro giorni.

Bertrand Russell ebbe a dire: «Se io sostenessi che tra la Terra e Marte c’è una teiera di porcellana in rivoluzione attorno al Sole su un’orbita ellittica, nessuno potrebbe contraddire la mia ipotesi, purché mi assicurassi di aggiungere che la teiera è troppo piccola per essere rivelata, sia pure dal più potente dei nostri telescopi. Ma se io dicessi che dubitarne sia un’intollerabile presunzione da parte della ragione umana, si penserebbe con tutta ragione che stia dicendo fesserie. Se, invece, l’esistenza di una tale teiera venisse affermata in libri antichi, insegnata ogni domenica come sacra verità ed instillata nelle menti dei bambini a scuola, l’esitazione nel credere alla sua esistenza diverrebbe un segno di eccentricità e porterebbe il dubbioso all’attenzione dello psichiatra (in un’età illuminata) o dell’Inquisitore (in un tempo antecedente).»

I profilattici extra-large esistono, ma trovarli è difficilissimo (il che è piuttosto buffo visto che se fossero più diffusi ci sarebbero migliaia di persone disposte a comprarli solo per fare un figurone con la farmacista).

Gli americani si appropriano davvero di tutto. Pare che per loro RIP voglia dire "rest in peace" invece di "requiescat in pace", RSVP starebbe per "reply to sender via post" invece di "répondez s’il vous plaît" e così via.

Con un carciofo, un goccio di olio, un po’ di vino bianco, mezzo spicchio d’aglio, un po’ di prezzemolo e un paio di spanne di salsiccia si fa un piattone strepistoso.

Eccetera.

28/01/2007

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Filed under: amore,pensieri — Oscaruzzo @ 12:24

La vita, l’universo, dio, noi stessi, il grande mostro di spaghetti volante o qualche altra entità o legge della natura che dir si voglia, a furia di mazzate sulla testa cerca di insegnarci qualcosa.

Non è mai un procedimento piacevole. A volte la risposta alle mazzate non è proprio bella. Ci si mette a urlare bestemmie al cielo, si piange, si pensa che il futuro non possa riservare altro che una serie di problemi, si pensa che sarebbe bello non svegliarsi più la mattina dopo.

E poi invece ci si sveglia. E ti tocca ricostruire parte delle tue difese, cercare di nuovo qualche certezza, capire cosa sia successo, e perché. E prendere provvedimenti, attivamente, sempre continuando nel frattempo a tirare su paletti per evitare che ti crolli sulla testa tutto il tuo castello di merda. Fai shopping (oooh, autogratificazione!), ti iscrivi in piscina. E continui nella tua ricerca di te stesso. E di un minimo di pace e di felicità.

Anche se non ci credi per niente.

23/01/2007

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Filed under: pensieri — Oscaruzzo @ 17:11

Ho visto su vari blog una serie di post del tipo “cinque cose che non sapete di me”. A me vengono in mente cinquanta cose che non sapete di me (e che non sa nessuno) epperò non ho proprio voglia di cambiare questo stato di cose…Di molte cose non parlerò né scriverò mai.

Non che ci sia niente di particolarmente scabroso. Qualche debolezza. Qualche cazzata fatta. Qualche difetto non evidente ma cordialmente detestato. Qualche fantasia un po’ strana. E poi qualche odio irrazionale, delle piccole manie, alcune figuracce assurde fatte in giro, o la volta che ho ferito e fatto piangere qualcuno, la volta che ho mentito, la volta che ho parlato prima di pensare.

Ci sono tante cose sepolte, cose che cerco di dimenticare, di ignorare e di negare. Penso che sia così per tutti. Siamo paguri.

22/01/2007

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Filed under: pensieri,spettacolo — Oscaruzzo @ 15:20

C’e` un modo facile e veloce per sentirsi improvvisamente una persona migliore! Basta guardare una puntata di "Amici". E` una parata di biliosi acidi cafoni malevoli stronzi. Sia il pubblico che i concorrenti passano il tempo a insultarsi in modi piu` o meno coloriti, odiandosi con forza e con impegno. Frasi come "te (sic) faresti meglio ad andare a fare altro, perche` quando canti non dici proprio davvero gnente (sic)" sono all’ordine del giorno. Tutti trasudano astio e non vedono l’ora di poter maltrattare qualcuno. Cosi` lo spettatore puo` dire "ma io non sono cosi`" ed essere felice per una settimana. Grazie Maria!

17/01/2007

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Filed under: assurdo,gente,lavoro — Oscaruzzo @ 20:54

Io lavoro in un’azienda grande. Così grottescamente grande che quando, per qualche strana coincindenza, devi avere a che fare con i pezzi grossi, è come se dovessi trattare col papa o con la regina d’Inghilterra.

Oggi, per l’appunto, è successo. Io e i miei compari accrocchiatori ci siamo trovati a dover presentare una demo a un tizio che nell’organigramma ha solo una persona sopra di lui; un tizio che probabilmente guadagna ogni mese i soldi che noi in cinque tutti insieme (forse) raggranelliamo in dieci anni. Insomma, un pezzo grosso grosso grosso.

La cosa “divertente” però non è stata trattare col tipo in questione; la cosa divertente è stata scoprire stamattina (prima del fatidico incontro) che all’interno dell’azienda esiste un reparto “comunicazioni” di persone che si occupano di dirti come devi “comunicare” con i pezzi grossi interni o esterni all’azienda stessa. Praticamente dei cerimonieri.

Così alle otto e mezza, mentre preparavamo le nostre boiate, ci siamo trovati tra i piedi una tizia del suddetto reparto, una con un culo di gallina al posto della bocca. Costei ci ha spiegato con molto sussiego come si sarebbe svolto l’incontro, con frasi come “l’ingegnere arriverà alle dieci, entrando da quella porta; voi dovrete rimanere accanto ai vostri accrocchi schifosi, e quando lui vi saluterà potrete presentarvi e stringergli la mano (se lui ve la porge)”.

E poi ci ha interrogato su cosa avremmo detto e fatto, avendo cura di sottolineare di tanto in tanto che “questo all’ingegnere non interesserà” e “questo discorso è dispersivo e voi non volete che l’ingegnere si annoi” e così via.

Insomma, sono rimasto davvero di sasso. Peraltro “l’ingegnere” si è dimostrato un tipo tranquillo e semplice, assolutamente alla mano. Il problema è che questo genere di leccaculi hanno comunque un potere spaventoso perché sono a contatto con gli alti papaveri e possono far fluire (oppure no) ogni sorta di informazione (vera o presunta), mentre noialtri plebei non avremo probabilmente mai più l’opportunità di conferire con il sommo.

Però che schifo, l’avrei presa a testate.

15/01/2007

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Filed under: assurdo — Oscaruzzo @ 11:17

…quando aveva più o meno quindici anni, un mio amico aveva sentito parlare di "pegging". A quell’età, con tutti gli ormoni impazziti, questo mio amico era, come dire, un po’ maniaco sessuale ed era sempre in cerca di modi nuovi per arraparsi. Per cui quando scopre che stimolarsi a dovere la ghiandola prostatica possa procurarti orgasmi col botto (e senza mani, per giunta), esce senza indugio a comprarsi una carota e della vasellina. Per condurre, diciamo, una piccola ricerca privata sulla faccenda.

Al supermercato trova quello che cerca, ma poi si immagina la scena, alla cassa, con la carota che scorre verso cassiera sul nastro, dietro al barattolo di vasellina. La gente che osserva e che capisce al volo che gran seratona si è organizzato. Ragion per cui questo mio amico compra latte, uova, zucchero, farina e una carota; insomma, gli ingedienti per una torta di carote. Più vasellina. Come se si dovesse infilare da qualche parte una torta di carote.

A casa smussa accuratamente un’estremità dell’ortaggio. Lo unge e ci si poggia sopra. E non succede nulla. Orgasmo zero. Niente di niente. Tranne che fa male. A quel punto la madre lo chiama perché la cena è pronta. Vieni giù, dice, immediatamente. Allora lui estrare la carota e la avvolge in un mucchio di indumenti da lavare, che poi ficca sotto il letto.

Dopo cena torna a cercare la carota e non la trova più. Mentre lui cazzeggiava in cucina sua madre ha raccattato la roba sporca e ha fatto il bucato. È assolutamente impossibile che non abbia trovato la carota, ancora unta di vasellina e puzzolente, arrotondata ben bene da una parte con un pelapatate appositamente sottratto dalla cucina.

Questo mio amico per mesi e mesi teme il peggio, terrorizzato che i suoi si decidano a parlargli. Ma non succede mai. Però ancora adesso, in età adulta, a ogni cenone natalizio, a ogni festa di compleanno, l’ombra del carotone aleggia su di loro.

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