La casa dell'accrocchio Pensieri a manovella

27/01/2013

Alla memoria

Ogni tanto rispunta la vecchia favoletta che Mussolini in fondo fosse tanto bravo. Che abbia fatto tante belle cose. Che in Italia si stesse bene. Peccato che poi si sia fatto trascinare dai cattivoni tedeschi nella guerra e nel disastro delle leggi razziali poi finito in olocausto.

Questa stronzata l’ho sentita parecchie volte; oggi un uomo di merda l’ha sfoderata nel peggiore dei momenti (casomai non lo sapeste oggi era la Giornata della Memoria, e anzi il (m/n)ostro è riuscito a tirarla fuori proprio all’interno di una manifestazione per la ricorrenza), ma non è certo una storia mai sentita.

D’altro canto a Torino abbiamo una piazza intitolata al XVIII Dicembre. È anche una fermata della metro, sulla quale una voce vellutatissima annuncia “Diciotto Dicembre” a ripetizione e ci si aspetterebbe forse che dopo centomila ripetizioni a qualcuno possa essere venuta una certa curiosità. Per verifica, ho provato un minuscolo sondaggio tra amici e conoscenti (che sono pure persone di cultura assai superiore alla media dei votanti di Berlusconi) e non ho trovato NESSUNO che sapesse esattamente cosa fosse successo il 18 Dicembre.

Per cogliere due e forse anche più piccioni con una fava, ho deciso di cimentarmi in una specie di reportage su quegli eventi. Le mie fonti saranno verosimilmente interamente reperite mediante internet. Niente che richieda un lavoro impegnativo o specialistico.

Prossimamente.

18/05/2012

Prova

Filed under: disappunto,gente,politica — Oscaruzzo @ 11:47

Prova

19/01/2010

Strani vizi

Filed under: assurdo,gente,pensieri,torino — Oscaruzzo @ 23:39

I torinesi sono abituati male: sanno che quando devono salire su un mezzo pubblico, se per caso lo vedono arrivare alla fermata, allora è meglio che si mettano a correre, perché prima che ne passi un altro può trascorrere mezz’ora.

Di conseguenza, anche se la metropolitana funziona diversamente (in certi orari ne passa una ogni tre-quattro minuti) la gente entra nelle stazioni scapicollandosi di corsa giù dalle scale (perché in ogni istante è probabile che ce ne sia una che parte), invece che prendersela comoda (visto che in ogni istante è probabile che ce ne sia una che arriva).

17/12/2009

Conferme

Magari è la vecchiaia che avanza, e con lei la consapevolezza di non essere brillante come quando avevo vent’anni. O magari al contrario, è l’infanzia che non è mai finita, e la maturità che arrivando non si è mai portata via quello stupido bisogno di conferme e di apprezzamenti che ho sempre avuto.

Qualunque cosa sia, è bello sentirsi dire “sei molto bravo” da qualcuno che a tua volta stimi.

Così.

11/11/2008

Gne gne gne

Ok, lo so, non è bello dirlo, ma quando c’è uno sciopero dei mezzi pubblici e tutti quanti si rinchiudono in macchina per andare al lavoro invece di acchiappare una bicicletta e pedalare (e sarebbe bellissimo se succedesse) scatenando così un traffico bestiale, con tutti quanti che strombazzano, che viaggiano più o meno a passo d’uomo (in realtà a meno) e si incazzano e sudano e sbuffano, ecco quando succede questo, e io ci passo in mezzo in bicicletta tranquillo e sereno, io godo come un maiale.

12/10/2008

Bello e inutile

Filed under: assurdo,filosofia,gente,gioia insensata,gnente,musica — Oscaruzzo @ 23:17

Il fatto che questo tizio sia riuscito a mollare il suo lavoro per andare in giro a fare video scemi, e POI abbia trovato pure uno sponsor che lo mantenga (non che sia diventato ricco, comunque), e il fatto che il ballo, forse ancora più della musica in sé, sia una cosa universalmente comprensibile, mi mette di buon umore. Il mondo potrebbe essere peggiore di così.

10/07/2008

Nessun titolo

Filed under: assurdo,bicicletta,disappunto,gente,gnente,lavoro,sproloqui — Oscaruzzo @ 19:22

Ci sono casi in cui la cosa peggiore che possa succedere è rimanere senza parole. Ad esempio questa mattina, su una pista ciclabile (io in bici, lei a piedi in mezzo alla pista):

io: Perché non passa sul marciapiede?
lei: Perché non ci passi tu?
io:

Ma ci sono anche casi in cui la cosa peggiore è lasciare gli altri senza parole. Ad esempio ieri, al termine di una discussione “vivace” coi colleghi:

io: Ok ragazzi, va bene, però forse a volte sarebbe meglio se ci fosse più diagolo.
loro:

09/07/2008

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Filed under: assurdo,disappunto,gente,mondo di merda,pensieri — Oscaruzzo @ 11:10

La mia vicina di casa ha paura di me.

A casa mia si entra dal ballatoio, e la sua porzione di balcone (che devo attraversare per entrare e uscire) è separata dalla mia da una porta di metallo. Quando capita che lei sia sul balcone (ad esempio a stendere i panni) e si accorge che sto aprendo la porta divisoria, molla tutto e torna immediatamente in casa, chiudendosi dentro.

Questo comportamento mi confonde. Quando mi sono trasferito lì non era così, anzi era lei ad attaccare bottone, a volte anche troppo insistentemente.

Forse ha visto lui entrare a casa mia di sera e uscirne di mattina, e ne ha dedotto che sono un pericoloso deviato.

Triste.

01/07/2008

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Filed under: gente,pensieri,pride,sproloqui — Oscaruzzo @ 23:09

Avevo promesso un reportage del mio sabatodomenica in Emilia per il Pride, ed eccolo qua. Per la verità potrei farci almeno quatto o cinque post, ma cercherò di limitarmi…

È stata una gita piuttosto stramba. Anzitutto la compagnia: una coppia di amici, insieme con un’altra coppia (amici loro), accomunati dal fatto di militare all’interno di una associazione di omosessuali credenti (e non solo credenti, ma pure cattolici). Chi mi conosce o mi segue da qualche tempo, saprà che non tendo ad associare il prefisso catto- a concetti simpatici, ma insomma, ogni tanto ci vuole un po’ di tolleranza

Dunque, io e le quattro catto-cule (giuro che è un nomignolo che usano loro stessi, altrimenti io non oserei mai) siam giunti in quel di Bologna giusto in tempo per l’inizio del Pride. Gran caldo, gran sole, gran quantità di bella gente.

Purtroppo ho avuto l’impressione che la cittadinanza abbia partecipato pochissimo: ai lati della parata poca gente, complice un percorso che ha girato intorno al centro su quella che pareva essere una via “fuori le mura” priva di negozi e di traffico pedonale. Un grave peccato, visto che continuo a pensare che lo scopo principale del Pride sia di mettere la gente in contatto con la nostra totale e disarmante normalità e di trasmettere un messaggio che i media continuano a censurare. A questo proposito, tra l’altro, devo dire che questo Pride mi è parso particolarmente sobrio.

Confermo comunque, che come sempre noi gay siamo l’unica categoria al mondo in grado rivendicare i propri diritti e dimostrare il proprio livello di incazzatura organizzando una grande e gioiosa festona (mentre invece sindacati, comunisti, fascisti, centristi, cattolici, atei e quant’altri riescono sempre solo a metter su dei musi lunghi da paura, senza peraltro ottenere molto di più, tié).

E per quanto riguarda il Pride, la cronaca finisce già qui. Ma il bello è venuto dopo. Insieme con altri amici incontrati a Bologna (ma anche loro in “pellegrinaggio” da Torino), ci siamo spostati per la cena (e il pernottamento) verso un piccolo monastero a Salvarano (prontamente ribattezzato “Salva l’Ano” dagli astanti), in provincia di Reggio Emilia. In mezzo ad un paesaggio collinare paradisiaco, in un luogo a dir poco meravigioso, tre suore (assolutamente friendly) mandano avanti un convento costruito in perfetto stile “cascinale” con pochi mezzi, ospitando ogni tanto viaggiatori (a offerta libera). Non ci sono parole per descrivere il posto. E non ci sono parole per descrivere il livello di rilassamento e svaccamento che riesco a raggiungere quando sono in una compagnia totalmente “aperta”, costituita cioè da altri gay o da persone che non abbiano alcun problema con questo lato della mia persona. Un ambiente in cui posso parlare di tutto (anche di cose che con l’omesessualità non c’entrano una mazza), senza dover sempre stare attento a non dire mai “il mio ragazzo” o altre cose “compromettenti”. Semplicemente essere sereno.

Inoltre le coppie gay sono spassose. Un uomo e una donna che si “punzecchiano” sono uno spettacolo divertente, ma c’è sempre un limite oltre il quale non si va mai. Tra due uomini anche, ma è decisamente più in là. Non sono così rari dialoghi come “dovresti dividere la plastica dalla carta, la spazzatura deve essere trattata in modo opportuno” — “e infatti io ti tratto benissimo!”

E poi è arrivato Rusco. “Rusco” nel dialetto di quella zona significa “spazzatura”. E Rusco è un gattino di circa una settimana che abbiamo trovato in fosso. Immobile, col pelo pieno pieno di quelle robe che cascano dagli alberi in questo periodo, sembrava un topo morto. Invece no, era un gatto vivo. Uno dei ragazzi mentre faceva un giro l’ha trovato, recuperato, e portato al convento. Quando l’ho visto, quasi non respirava. Aveva la bocca piena delle stesse robacce che aveva tra il pelo e tremava tutto. Mi sono messo con santa pazienza a togliergliele di bocca (e dalla gola, quasi), una per una, ricompensato solo dal fatto che dopo dieci minuti di questo strazio il povero Rusco ha trovato di nuovo la forza di respirare e di miagolare (e quanto!). Gli ho dato del latte con una piccola siringa senza l’ago. Mi si è addormentato in mano. Le fusa però le facevo io…

Ho rischiato veramente di portarmelo a casa. A freddo, penso che stavo per accollarmi l’impegno di allattarlo ogni tre ore per almeno un mese, e di accudirlo per almeno una quindicina di anni, e mi do del pazzo per averci anche solo pensato. Ma in quel momento, mi pareva l’unica cosa sensata da fare. Le suore non volevano tenerlo. Alla fine l’ha preso il ragazzo che l’ha trovato, che essendo studente, almeno in questo periodo può stargli dietro meglio di quanto avrei potuto fare io.  Ma già mi manca, mannaggia. Mah, meglio così. Ma devo dire che io stesso sono stupito del mio senso materno…

Per finire, allego la mia personale testimonianza fotografica. Perché sabato, a quanto pare, era anche il giorno dell’orgoglio della panza all’aria. Nella seconda foto, un dettaglio della raffinatissima fascetta “misura il tuo orgoglio” che nella prima foto non si vede bene

   

27/04/2008

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Filed under: fregature,gente,mondo di merda,musica,pensieri — Oscaruzzo @ 18:50

Sabato sera, in un piccolissimo ristorante tipico di Torino, festeggiando un amico prossimo al matrimonio, abbiamo avuto per buona parte della serata l’accompagnamento musicale di un anziano signore con la fisarmonica. Abbiamo cantato canzoni da osteria (in piemontese, per la maggior parte) e bevuto alla sua ed alla nostra salute. Il ristoratore gli ha offerto la cena e i presenti gli hanno lasciato qualche soldo di mancia.

Solo dopo mi sono accorto che si trattava di uno dei maggiori fisarmonicisti degli ultimi 50 anni, autore di alcune canzoni che qui in Piemonte sono ormai parte del del patrimonio culturale comune, almeno quanto "Funiculì funiculà" lo è in Campania. Ho trovato una sua mini-biografia che riporto:

«Esordisce ventenne all’E.I.A.R. (la RAI di allora) nelle orchestre di Zeme e Migliardi e poi nel regno di Cinico Angelini alla Sala Gay di Torino. Nel 1954 con un suo complesso tiene concerti in tutta Europa nelle basi della NATO. Il suo periodo magico inizia in Francia, a Parigi, lungo la Senna. Diventa una vedette di primaria importanza, riempiendo con il suo "accordeon" le notti di Montmatre, di Montparnasse e di Pigalle. Ha suonato con Gilbert Bècaud in uno spettacolo di grande successo: "An evening in Paris" che ha tenuto il cartellone per più di un anno nelle maggiori città francesi e nord-africane, con trionfale conclusione a Parigi. In televisione è apparso con Annie Cordy ed ha tenuto concerti con Ginette Leclaire, Mirelle Mathieu e con la grande Edith Piaf. Ha lavorato nei più prestigiosi teatri parigini come il "Theatre de Varietè", il "Moulin Rouge", il "Lido" e l"Olimpia". Nell’80 il presidente Pertini nomina il Maestro "Cavaliere della Repubblica".»

Triste.

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