La casa dell'accrocchio Pensieri a manovella

30/10/2006

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Filed under: letteratura,libri — Oscaruzzo @ 10:49

L’evento del giorno: ho finito di leggere "A Feast for Crows", di George R. R. Martin.

Finalmente.

29/10/2006

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Filed under: pensieri — Oscaruzzo @ 19:07

Oggi vi dò una ricetta che vi consentirà di gustarvi due giorni di completa indifferenza.

Per la preparazione occorrono

1 casa in montagna
30 quintali di legna già spaccata
1 spazzola di ferro
1 cazzuola
1 pennello
1 secchio
1 sacco di cemento a presa rapida
1 bidone aspiratutto
1 vaporizzatore
4 litri di candeggina
1 trapano
1 antenna parabolica
10 metri di cavo per antenna
tubo per cavi elettrici, curve, staffe e chiodi per il fissaggio
tubi di rame per grondaie quanti bastano
acqua, viti, tasselli secondo necessità
4 brioches
2 cappuccini
altre vivande variegate

Per una buona riuscita, si consiglia di spegnere il cellulare e lasciarlo a casa.

Dirigetevi di buon’ora verso la casa in montagna, avendo cura di NON guidare.

Lungo la strada fermatevi a un bar e mangiate due brioches e un cappuccino.

Arrivate in montagna, dove i 30 quintali di legna (già spaccata) vi attendono ammucchiati davanti alla casa.

Disponete tutta la legna in cinque cataste ordinate, un pezzo per volta, avendo cura di fare in modo che ogni catasta disti almeno dieci metri dal mucchio.

A questo punto, se avete proceduto correttamente, dovrebbe essere ora di pranzo. Pranzate, possibilmente avendo cura di NON cucinare.

Fatevi un breve sonno.

Con la spazzola di ferro, raschiate accuratamente tutto il muschio cresciuto sotto le pietre dei 30 gradini che compongono la scala esterna della casa. Rimuovete accuratamente ogni traccia di radici e erbette, fino a farvi venire delle vesciche sulle mani.

Ripulite tutta la scala col bidone aspiratutto.

Col vaporizzatore spruzzate i 4 litri di candeggina sulle fessure dei gradini onde assicurarvi che la muffa e il muschio siano definitivamente debellati.

Ora di cena: cenate (senza cucinare) e crollate privi di coscienza sul letto.

Il giorno successivo, alzatevi non dopo le otto, andate al bar, mangiate due brioches e un cappuccino.

Impastate nel secchio il cemento a presa rapida con abbondante acqua, in modo da ottenere una pappetta liquida.

Col pennello date una passata di cemento su tutti i gradini, avendo cura di far colare il cemento dentro tutte le fessure.

Con l’ausilio di una scala, del trapano, delle viti e dei tasselli installate la grondaia al posto di quella vecchia che avrete accuratamente rimosso.

Ora di pranzo: pranzate.

Sempre con la scala e il trapano, fissate a una parete esterna l’antenna parabolica, e costruite coi tubi per il filo elettrico una canalina entro cui farete scorrere il cavo dell’antenna fino all’interno della casa.

Tornate a casa (sempre SENZA GUIDARE, anzi possibilmente dormendo).

E voilà, due giorni trascorsi senza un singolo pensiero.

27/10/2006

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Filed under: filosofia,guerra,pensieri — Oscaruzzo @ 18:37

Per la serie "anche nella merda si può trovare un pensiero interessante", ecco qua una dichiarazione fatta da Hermann Goering, gerarca nazista, a tale Gilbert, psicologo a cui fu consentito di intervistare alcuni degli imputati del processo di Norimberga (e trascrivere tali interviste in un volume poi pubblicato col titolo "Nuremberg Diary");

La citazione (che peraltro circola anche ogni tanto via mail, ma contrariamente a quanto accade di solito è vera) è la seguente:

«È ovvio che la gente non vuole la guerra. Perché mai un povero contadino dovrebbe voler rischiare la pelle in guerra, quando il vantaggio maggiore che può trarne è quello di tornare a casa tutto intero? Certo, la gente comune non vuole la guerra: né in Russia, né in Inghilterra e neanche in Germania. È scontato. Ma, dopo tutto, sono i capi che decidono la politica dei vari stati e, sia che si tratti di democrazie, di dittature fasciste, di parlamenti o di dittature comuniste, è sempre facile trascinarsi dietro il popolo. Che abbia voce o no, il popolo può essere sempre assoggettato al volere dei potenti. È facile. Basta dirgli che sta per essere attaccato e accusare i pacifisti di essere privi di spirito patriottico e di voler esporre il proprio paese al pericolo. Funziona sempre, in qualsiasi paese».

Sarà cambiato qualcosa?

26/10/2006

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Filed under: filosofia,pensieri — Oscaruzzo @ 12:39

Un dilemma.

Sappiamo che una data idea e` sbagliata (perche` contraria alla logica o alla morale o alla legge o a qualche altro criterio).

Sappiamo tuttavia che qualcuno crede che tale idea sia giusta (presumibilmente perche` segue un qualche differente criterio).

Sappiamo che ognuno e` essenzialmente libero di avere le proprie idee.

Sappiamo anche che tendenzialmente le persone trasmettono le proprie idee ai loro figli.

Sappiamo che trasmettere a un bambino idee sbagliate (perche` immorali o illegali o illogiche) e` un atto immorale.

Con tutte queste premesse, fino a che punto i bambini sono proprieta` dei loro genitori? In quali casi la trasmissione di un’idea e` un atto immorale? Il catechismo e` immorale per chi e` ateo. Ma non battezzare un bambino e` immorale per chi e` religioso. E` solo un esempio. Ne potrei fare a dozzine. Mettere un fucile in mano a un bambino per noi e` assurdo. Per altri no. Cosa si puo` insegnare? Chi lo deve decidere? Chi lo puo` vietare? Cosa e` giusto? Cosa e` sbagliato?

Che palle.

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Filed under: lavoro,tecnologia — Oscaruzzo @ 00:27

Nei dintorni del centro studi del maggiore operatore telefonico italiano un giovane ed intrepido ricercatore siede su una macchina aziendale. Una panda, per la precisione. Rossa. Col logo dell’operatore sulle portiere.

Un suo ardito collega e` alla guida del potente mezzo.

Il giovane ricercatore tiene sulle ginocchia uno scatolo davvero prezioso: ne esistono al mondo solo due esemplari. Sopra lo scatolo sopra le ginocchia, sta in bilico un computer portatile.

Una ragnatela di cavi collega i due aggeggi infernali tra loro e con un terzo aggeggio: una antenna (gia` compagna di mille altre avventure) attaccata sul tettuccio della macchina mediante una quantita` assurda di nastro isolante.

I due hanno poco tempo per effettuare i loro test: sanno che dopo un breve intervallo il giovane ricercatore sara` colto da nausea, con conseguente grave pericolo per il prezioso scatolo.

Nel frattempo dal centro ricerche un terzo collega novello Marconi invia nell’etere messaggi carichi di significato e di speranza per le future generazioni ("pizza pazza nel pozzo che puzza", "sopra la panca la capra campa", "il megapresidente e` uno stronzo").

Dopo vari giri nel circondario e in tangenziale (e alcuni simpatici episodi riguardanti l’antenna sul tetto) i due ritornano vittoriosi. Festeggiano con un caffe` e un travelgum. E un amaro.

25/10/2006

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Filed under: freesoftware,tecnologia — Oscaruzzo @ 17:04

Get Firefox

23/10/2006

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Filed under: poesia — Oscaruzzo @ 10:19

E io rinascerò
cervo a primavera
oppure diverrò
gabbiano da scogliera
senza più niente da scordare
senza domande più da fare
con uno spazio da occupare.

E io rinascerò
amico che mi sai capire
e mi trasformerò in qualcuno
che non può più fallire
una pernice di montagna
che vola eppur non sogna
in una foglia o una castagna.

E io rinascerò
amico caro amico mio
e mi ritroverò
con penne e piume senza io
senza paura di cadere
intento solo a volteggiare
come un eterno migratore.

E io rinascerò
senza complessi e frustrazioni
amico mio ascolterò
le sinfonie delle stagioni
con un mio ruolo definito
così felice di esser nato
tra cielo terra e l’infinito.

Io rinascerò.

Riccardo Cocciante – Cervo a primavera

20/10/2006

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Filed under: poesia — Oscaruzzo @ 15:14
infinito
Giacomo Leopardi – L’infinito

18/10/2006

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Filed under: amore,pensieri — Oscaruzzo @ 14:58

Avrei dovuto dirtelo ieri. Avrei dovuto dirtelo sempre. Invece non m’è venuto in mente. Non me ne sono ricordato. Per cui te lo dico ora. E lo dico anche a me.

Ricordati. Anzi, ricordiamoci.

Ricordiamoci di quanto abbiamo ringraziato il cielo, o la fortuna, o il caso, di esserci trovati.

Ricordiamoci di quanta gioia c’era nei nostri sguardi.

Ricordiamoci di quanto stupore c’era nel constatare quante cose ci piacessero di noi.

Ricordiamoci che eravamo una coppia.

Ricordati. Ricordiamoci.

12/10/2006

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Filed under: lavoro,tecnologia — Oscaruzzo @ 15:09

Sul tetto del centro studi del maggiore operatore telefonico italiano un giovane ed intrepido ricercatore corre in varie direzioni, impugnando una antenna nella mano destra e una struttura di cartone e carta stagnola nella sinistra.

Un cavo corre dall’antenna ad un laboratorio posto due piani più sotto, dove un suo altrettanto giovane (ma forse meno intrepido) collega occhieggia nervosamente ad una serie di strumenti più o meno esoterici, urlandogli dalla finestra indicazioni su dove spostarsi e come orientare l’aggeggio di carta stagnola, la cui funzionalità dovrebbe essere quella di far sì che l’antenna si attesti su una cella piuttosto che su un’altra.

Dopo alcuni tentativi, l’antenna e "lo schermo" vengono accuratamente fissati in una posizione alquanto ardita facendo uso di una quantità assolutamente eccessiva di nastro adesivo per pacchi, cavi elettrici annodati e imprecazioni.

Al termine della giornata i due accendono un falò in laboratorio e si bevono un amaro. No beh, questo non è vero. Ma il resto sì.

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