La casa dell'accrocchio Pensieri a manovella

19/07/2012

L’ing. in cucina

L’ingegnere è quel tipo di persona che per qualche recondita ragione gode come un mandrillo veramente in due sole situazioni: 1) quando capisce davvero come funziona qualcosa e 2) quando riesce a trasformare una cosa non funzionante in una funzionante.

La cucina è una di quelle attività in cui si possono eseguire in modo più o meno acritico delle ricette, con risultati più o meno aleatori, ma è anche una attività in cui capire come funzionano gli ingrendienti, le loro interazioni e in generale ragioni della riuscita (o meno) di un piatto è fondamentale per ottenere qualcosa che si collochi al di sopra del “mangiabile”.

L’ingegnere in cucina è quindi un ossesso sovente infelice e spesso frustrato perché magari non ottiene i risultati che vorrebbe (ma questo è un problema che deve risolvere) e perché a volte non capisce come mai seguendo una ricetta ottenga un obbrobrio. E quindi si incaponisce, si documenta, legge, prova, fa variazioni, e produce una serie di schifezze una peggiore dell’altra. Ma quando risce a risolvere il suo problema e a capire davvero il funzionamento di una ricetta e le interazioni tra gli ingredienti, e a produrre un piatto che è assolutamente perfetto secondo il suo modestissimo ma insindacabile giudizio (poiché spesso sperimenta in solitudine, e quindi chi può sindacare?), allora e solo allora l’ingegnere è felice. Anzi è estasiato.

Tutto questo per dire che oggi finalmente, dopo non pochissimi tentativi, ho prodotto un piatto di pasta cacio e pepe assolutamente meraviglioso. Ricetta ingannevolmente semplice.

06/12/2011

Come le acciughe?

Filed under: cucina,disappunto,filosofia,fregature,gnente,imparo,pensieri,sproloqui — Oscaruzzo @ 20:09

C’è un modo di dire, “stretti come acciughe” che vuol dire “stare molto stretti”, ed ha perfino un equivalente in inglese.

Epperò, se aprite un barattolo di acciughe, la verità che scoprirete è che ci stanno molto larghe. In effetti sono tutte attaccate al vetro, ma al centro del barattolo c’è solo olio.

È deludente. E sono sicuro che questo è una metafora di qualcosa, devo inquadrare esattamente cosa.

03/12/2008

Il diritto all’intolleranza

Filed under: filosofia,pensieri — Oscaruzzo @ 00:02

Diceva Karl Popper:

“La tolleranza illimitata porta alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l’illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro gli attacchi degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi. […] Io non implico […] che si debbano sempre sopprimere le manifestazioni delle filosofie intolleranti; finché possiamo contrastarle con argomentazioni razionali e farle tenere sotto controllo dall’opinione pubblica, la soppressione sarebbe certamente la meno saggia delle decisioni. Ma dobbiamo proclamare il diritto di sopprimerle, se necessario, anche con la forza; perché può facilmente avvenire che esse non siano disposte a incontrarci a livello dell’argomentazione razionale, ma pretendano ripudiare ogni argomentazione; esse possono vietare ai loro seguaci di prestare ascolto all’argomentazione razionale, perché considerata ingannevole, e invitarli a rispondere agli argomenti con l’uso della violenza. Dovremmo quindi proclamare, in nome della tolleranza, il diritto di non tollerare gli intolleranti. Dovremmo insomma proclamare che ogni movimento che predica l’intolleranza si pone fuori legge e dovremmo considerare come crimini l’incitamento all’intolleranza e alla persecuzione, allo stesso modo che consideriamo un crimine l’incitamento all’assassinio, al ratto o al ripristino del commercio degli schiavi.”

11/11/2008

Gne gne gne

Ok, lo so, non è bello dirlo, ma quando c’è uno sciopero dei mezzi pubblici e tutti quanti si rinchiudono in macchina per andare al lavoro invece di acchiappare una bicicletta e pedalare (e sarebbe bellissimo se succedesse) scatenando così un traffico bestiale, con tutti quanti che strombazzano, che viaggiano più o meno a passo d’uomo (in realtà a meno) e si incazzano e sudano e sbuffano, ecco quando succede questo, e io ci passo in mezzo in bicicletta tranquillo e sereno, io godo come un maiale.

12/10/2008

Bello e inutile

Filed under: assurdo,filosofia,gente,gioia insensata,gnente,musica — Oscaruzzo @ 23:17

Il fatto che questo tizio sia riuscito a mollare il suo lavoro per andare in giro a fare video scemi, e POI abbia trovato pure uno sponsor che lo mantenga (non che sia diventato ricco, comunque), e il fatto che il ballo, forse ancora più della musica in sé, sia una cosa universalmente comprensibile, mi mette di buon umore. Il mondo potrebbe essere peggiore di così.

02/09/2008

Saggezza antica

Filed under: filosofia,pensieri — Oscaruzzo @ 11:49

Il passato è un ricordo.
Il futuro è un mistero.
Il presente è un dono;
ecco perché si chiama così.

Maestro Oogway, da Kung Fu Panda

14/01/2008

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Discutendo con un collega della ristrettezza di pensiero che sta alla base di tutti i fondamentalismi religiosi, argomentavo grossomodo che “certi religiosi non concepiscono la logica come base del pensiero (o della natura stessa), ma accettano solo fonti religiose: per loro tutto ciò che non proviene da un testo sacro è indegno di considerazione, ed essenzialmente sono in grado di dialogare solo con altri religiosi”.

La risposta è stata: “certi scienziati non concepiscono la religione come base del pensiero (o della natura stessa), ma accettano solo fonti scientifiche: per loro tutto ciò che non proviene da un testo scientifico è indegno di considerazione, ed essenzialmente sono in grado di dialogare solo con altri scienziati”.

Uhm. Sì, va be’, ma non è la stessa cosa. Ecco.

30/09/2007

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Che periodo strano. Sono preso da una smania, da una insoddisfazione continua. Mi sbatto da tutte le parti, cerco, leggo, faccio, disfo, e sento una insoddisfazione totale. Come se stessi cercando qualcosa, qualcosa che non so cosa sia, ma di certo non l’ho trovata.

Su internet leggo, leggo, leggo, leggo, leggo e sto cercando davvero quella cosa che voglio leggere, ma non so cos’è. E allora giro e giro, ma non trovo niente di veramente soddisfacente.

In casa giro e rigiro  avanti e indietro, sistemo qualcosa, stiro una camicia, faccio qualche riparazione, ma il casino rimane, e comunque non ho un obiettivo preciso, non so nemmeno perché cavolo sto facendo tutto ‘sto casino, tanto in fondo nel disordine ci sono sempre stato.

Sul lavoro non so ancora come girarmi, non so bene cosa ci si aspetti da me, non conosco bene il software che è già stato sviluppato, non conosco bene le ragioni per cui sia stato fatto così, non so veramente da che parte incominciare, e anche questo mi causa una insoddisfazione bestiale, tanto che non ci dormo.

L’amore, cazzarola, l’amore mi distrugge, non ci capisco niente, non so dove sto andando a parare, stiamo facendo melina da sei mesi almeno, e non so più distinguere un passo avanti da un passo indietro, talmente tanti sono i passetti che abbiamo fatto senza che nulla cambiasse.

Gli amici non so, alcuni che sembravano ormai persi tornano e ne sono strafelice, altri mi sembra che spariscano, stanno diventando dei conoscenti, ci si scherza, si ride, ma non mi sembra ci sia un vero affetto, una vera lealtà, una vera amicizia, e non so cosa voglio, se voglio correr loro dietro e cercare di recuperare qualcosa, o se dire basta, siamo cresciuti e siamo diventati distantissimi, anche se abbiamo fatto tanto insieme.

Perfino i soldi, che sono solo dei numeri, non li capisco più, anche loro vanno e vengono, miracolosamente, misteriosamente, in modo assolutamente incontrollato, un momento mi pare di averne d’avanzo, il momento successivo mi si para davanti lo spettro del conto in rosso e del mutuo non pagato.

I miei genitori, cazzarola, la mia famiglia, quando ero a casa si discuteva un sacco, non dico che ci si insultasse, ma almeno ognuno diceva quello che pensava, di politica o di minchiate; adesso che me ne sono andato mi trattano con le molle, quando vado a trovarli mi sento un ospite, uno da trattare con riguardo, non li riconosco.

Sono perso. Ho pochi pochi appigli. E non mi posso fermare un attimo. Uff. Passerà anche ‘sto periodo di merda…

09/08/2007

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Filed under: assurdo,filosofia,incazzature,pensieri,politica — Oscaruzzo @ 12:23

Spesso mi chiedo (ed anche se per la verità ne so pochissimo penso sia, o sia stato in qualche epoca, un problema filosofico importante) quale sia esattamente la relazione fra la sostanza (o i fatti), le idee che abbiamo di tali fatti e la rappresentazione verbale dei fatti o delle idee. Quanto le parole aderiscono alle idee? O ai fatti? E le idee alla sostanza? E quanto è importante tale aderenza?

Lo spunto per tutta questa astrusità mi viene da una notizia di oggi. Questo tizio parla di pulizia etnica. Parole pesantucce. Però l’idea (e cioè che le zone di batuage siano uno squallore per tutti) mi trova d’accordo. E per quanto riguarda la sostanza, bisognerà vedere come si attuerà. Addirittura qualcuno propone di "riaprire le case chiuse e creare quartieri a luci rosse come succede nel resto d’Europa" (e io sarei d’accordo). Qualcun altro propone manganellate (e lì concordo molto meno).

Ma il punto è che sicuramente verrà su una gran cagnara. Ognuno avrà modo di scandalizzarsi e di protestare. Ma si discuterà solo di parole. Né di idee, né di fatti.

11/12/2006

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Filed under: filosofia,pensieri,poesia — Oscaruzzo @ 11:23

Un hombre que cultiva su jardín, como quería Voltaire.
El que agradece que en la tierra haya música.
El que descubre con placer una etimología.
Dos empleados que en un café del Sur juegan un silencioso ajedrez.
El ceramista que premedita un color y una forma.
El tipógrafo que compone bien esta página, que tal vez no le agrada.
Una mujer y un hombre que leen los tercetos finales de cierto canto.
El que acaricia a un animal dormido.
El que justifica o quiere justificar un mal que le han hecho.
El que agradece que en la tierra haya Stevenson.
El que prefiere que los otros tengan razón.
Esas personas, que se ignoran, están salvando el mundo.

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.

Jorge Luis Borges – Los justos
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