La casa dell'accrocchio Pensieri a manovella

19/07/2012

L’ing. in cucina

L’ingegnere è quel tipo di persona che per qualche recondita ragione gode come un mandrillo veramente in due sole situazioni: 1) quando capisce davvero come funziona qualcosa e 2) quando riesce a trasformare una cosa non funzionante in una funzionante.

La cucina è una di quelle attività in cui si possono eseguire in modo più o meno acritico delle ricette, con risultati più o meno aleatori, ma è anche una attività in cui capire come funzionano gli ingrendienti, le loro interazioni e in generale ragioni della riuscita (o meno) di un piatto è fondamentale per ottenere qualcosa che si collochi al di sopra del “mangiabile”.

L’ingegnere in cucina è quindi un ossesso sovente infelice e spesso frustrato perché magari non ottiene i risultati che vorrebbe (ma questo è un problema che deve risolvere) e perché a volte non capisce come mai seguendo una ricetta ottenga un obbrobrio. E quindi si incaponisce, si documenta, legge, prova, fa variazioni, e produce una serie di schifezze una peggiore dell’altra. Ma quando risce a risolvere il suo problema e a capire davvero il funzionamento di una ricetta e le interazioni tra gli ingredienti, e a produrre un piatto che è assolutamente perfetto secondo il suo modestissimo ma insindacabile giudizio (poiché spesso sperimenta in solitudine, e quindi chi può sindacare?), allora e solo allora l’ingegnere è felice. Anzi è estasiato.

Tutto questo per dire che oggi finalmente, dopo non pochissimi tentativi, ho prodotto un piatto di pasta cacio e pepe assolutamente meraviglioso. Ricetta ingannevolmente semplice.

08/03/2009

Conferme

Filed under: cucina,gioia insensata,gnente,ingegneria,scienza — Oscaruzzo @ 14:30

Secondo quello che dice questo sito, al terzo piano di un condominio di Torino (e quindi a circa 250 metri sul livello del mare) l’acqua bolle a 99.2°C.

Questo significa che il mio fantastico termometro da cucina appena comprato non è affatto rotto (anzi, è piuttosto preciso).

Son soddisfazioni.

20/08/2008

Grassezza

A che serve aver studiato chimica al Poli? A risparmiare un po’ di soldi ogni tanto.

Stanco di inzaccherarmi le mani ogni volta che devo legare la bici ad un palo, ho deciso di rimuovere tutto il grasso dalla catena e dal cambio e sostituirlo con del super-tecnologico super-lubrificante super-pulito teflon.

Il mio fornitore di fiducia vende (oltre al teflon spray) delle bombolette di un liquame non meglio specificato in grado di sciogliere e rimuovere il grasso. La bomboletta in questione è tanto costosa quanto poco capace.

Trovi il candidato un modo alternativo per rimuovere ogni traccia di grasso senza danneggiare le parti mobili o la vernice del telaio e senza spendere più di un euro.

La (mia) risposta nei commenti tra qualche giorno.

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