La casa dell'accrocchio Pensieri a manovella

27/01/2013

Alla memoria

Ogni tanto rispunta la vecchia favoletta che Mussolini in fondo fosse tanto bravo. Che abbia fatto tante belle cose. Che in Italia si stesse bene. Peccato che poi si sia fatto trascinare dai cattivoni tedeschi nella guerra e nel disastro delle leggi razziali poi finito in olocausto.

Questa stronzata l’ho sentita parecchie volte; oggi un uomo di merda l’ha sfoderata nel peggiore dei momenti (casomai non lo sapeste oggi era la Giornata della Memoria, e anzi il (m/n)ostro è riuscito a tirarla fuori proprio all’interno di una manifestazione per la ricorrenza), ma non è certo una storia mai sentita.

D’altro canto a Torino abbiamo una piazza intitolata al XVIII Dicembre. È anche una fermata della metro, sulla quale una voce vellutatissima annuncia “Diciotto Dicembre” a ripetizione e ci si aspetterebbe forse che dopo centomila ripetizioni a qualcuno possa essere venuta una certa curiosità. Per verifica, ho provato un minuscolo sondaggio tra amici e conoscenti (che sono pure persone di cultura assai superiore alla media dei votanti di Berlusconi) e non ho trovato NESSUNO che sapesse esattamente cosa fosse successo il 18 Dicembre.

Per cogliere due e forse anche più piccioni con una fava, ho deciso di cimentarmi in una specie di reportage su quegli eventi. Le mie fonti saranno verosimilmente interamente reperite mediante internet. Niente che richieda un lavoro impegnativo o specialistico.

Prossimamente.

19/07/2012

L’ing. in cucina

L’ingegnere è quel tipo di persona che per qualche recondita ragione gode come un mandrillo veramente in due sole situazioni: 1) quando capisce davvero come funziona qualcosa e 2) quando riesce a trasformare una cosa non funzionante in una funzionante.

La cucina è una di quelle attività in cui si possono eseguire in modo più o meno acritico delle ricette, con risultati più o meno aleatori, ma è anche una attività in cui capire come funzionano gli ingrendienti, le loro interazioni e in generale ragioni della riuscita (o meno) di un piatto è fondamentale per ottenere qualcosa che si collochi al di sopra del “mangiabile”.

L’ingegnere in cucina è quindi un ossesso sovente infelice e spesso frustrato perché magari non ottiene i risultati che vorrebbe (ma questo è un problema che deve risolvere) e perché a volte non capisce come mai seguendo una ricetta ottenga un obbrobrio. E quindi si incaponisce, si documenta, legge, prova, fa variazioni, e produce una serie di schifezze una peggiore dell’altra. Ma quando risce a risolvere il suo problema e a capire davvero il funzionamento di una ricetta e le interazioni tra gli ingredienti, e a produrre un piatto che è assolutamente perfetto secondo il suo modestissimo ma insindacabile giudizio (poiché spesso sperimenta in solitudine, e quindi chi può sindacare?), allora e solo allora l’ingegnere è felice. Anzi è estasiato.

Tutto questo per dire che oggi finalmente, dopo non pochissimi tentativi, ho prodotto un piatto di pasta cacio e pepe assolutamente meraviglioso. Ricetta ingannevolmente semplice.

06/12/2011

Come le acciughe?

Filed under: cucina,disappunto,filosofia,fregature,gnente,imparo,pensieri,sproloqui — Oscaruzzo @ 20:09

C’è un modo di dire, “stretti come acciughe” che vuol dire “stare molto stretti”, ed ha perfino un equivalente in inglese.

Epperò, se aprite un barattolo di acciughe, la verità che scoprirete è che ci stanno molto larghe. In effetti sono tutte attaccate al vetro, ma al centro del barattolo c’è solo olio.

È deludente. E sono sicuro che questo è una metafora di qualcosa, devo inquadrare esattamente cosa.

31/05/2011

Non abbiate paura

Filed under: gioia insensata,imparo,pensieri,politica,speranze — Oscaruzzo @ 10:58

Non avrei mai pensato di intitolare un post con una frase di un papa, eppure è la più adatta che mi viene in mente. Perché penso che il risultato delle amministrative sia soprattutto espressione di un fatto: che la gente si è stancata degli spauracchi.

La campagna elettorale della destra è stata tremenda. Tutta giocata sulle paure più becere. La paura degli stranieri, degli zingari, dei gay, delle moschee, dei comunisti (ancora!?).

Penso che questi sentimenti siano cavalcabili solo finché sono relativamente nuovi. Non dico ovviamente che non ci siano problemi, ma col tempo si imparano tante cose, e i problemi si risolvono senza paura.

Sono stato in un locale meraviglioso, si chiama Bagni Municipali (nome invitante, eh), situato in un edificio che era, appunto, usato come bagni pubblici. L’occasione che mi ci ha portato era un aperitivo di finanziamento/promozione del prossimo Bike Pride, ma nello stesso momento si svolgevano nel locale una prima comunione di una bambina africana con annessa comuinità, un saggio di capoeira di giovani e giovanissimi allievi di un gruppo di ragazzi brasiliani, una merenda organizzata da alcune famiglie arabe con tanto di dolcetti con miele eccetera. Il tutto condito da una quantità di bambini e ragazzi di ogni etnia e religione che correvano da tutte le parti, mentre i loro genitori chiacchieravano tra loro lì intorno.

Questi sono i posti che i leghisti probabilmente vorrebbero vedere rasi al suolo per primi, ancora prima delle moschee. Perché posti così mostrano che loro hanno torto. Mostrano che, anche se i problemi esistono, e nessuno dovrebbe essere tanto stupido da ignorarli, esistono anche le soluzioni. Mostrano che è possibile una integrazione ed è possibile un futuro. E mostrano che non è proprio il caso di avere paura.

26/10/2010

Strani amori

Ho degli hobby strani. Lo so. Alcuni dicono che questo faccia di me una persona strana. Altri dicono che il fatto che sia una persona strana va moooolto al di là dei miei hobby. Tant’è.

In ogni caso, sarà che ultimamente sto troppo bene per preoccuparmi di cose più serie, ho iniziato a ripescare i miei vecchi passatempi. E non solo, ne ho pure aggiunti di nuovi.

Succede quindi che mi stia documentando su OpenCL, in parte con l’idea di utilizzare questa nuova conoscenza in ambito lavorativo, in parte per puro svago. Perché programmare per lavoro è noioso, ma farlo per hobby può essere una goduria unica.

Mi sono iscritto in palestra, anche se questo non è mai stata una mia passione. Mi dicono che ho un po’ di maniglie in più dello stretto indispensabile. Vedremo quanto servirà.

Ho seguito un corso di meccanica della bicicletta (perché non si sa mai) e come conseguenza di ciò mi sono impelagato nel restauro di un vecchio scassone (lo chiamo così ma secondo me ha grandi potenzialità). Non ho ancora capito bene come andrà a finire questa cosa, ma sicuramente è bellissimo vedere un pezzo di acciaio arrugginito trasformarsi sotto le tue mani in una cosa lucida e scintillante.

Ho in programma di fare qualche accrocchio con una scheda Arduino. Di questo non posso dire molto, anche questa forse diventerà una cosa lavorativa, per adesso sono ancora troppe le cose che devo decidere.

E nel frattempo, magari, se mi viene voglia, ogni tanto scrivo qualcosa qui. Colpa dei feed, comunque, ormai non giro più per blog come una volta, non lascio commenti: lurko, come si dice in (orribile) gergo, e trovo già scritto da altri tutto quello che vorrei dire. Mi basta premere un bottone “like” o “share” per sentirmi soddisfatto, ma in effetti non è proprio la stessa cosa. Anche su quello, vedrem.

27/07/2010

Geroglifici

Filed under: assurdo,disappunto,imparo,mistero — Oscaruzzo @ 20:33

Ecco come lavare un paio di pantaloni in cinque facili passi:

1 – Lavare a 40 gradi
2 – Il triangolo no (non l’avevo considerato)
3 – Mentre la lavatrice fa le sue cose, risolvere il problema della quadratura del cerchio
4 – Stirare
5 – Anche il cerchio, come il triangolo, meglio di no.

23/07/2009

Il pesto generalizzato

Filed under: cucina,imparo — Oscaruzzo @ 20:50

Ingredienti
– Olio
– Sale
– Altre robe assortite

Le robe che devono restare crude, lasciatele crude. Quelle che devono cuocere, cuocetele e lasciatele raffreddare.

Mettete le robe cotte o crude nel frullatore; frullate aggiungendo sale e olio quanto basta.

Condite la pasta ben calda direttamente nel piatto.

18/04/2009

Urbino

Filed under: arte,imparo — Oscaruzzo @ 23:43

È una città bellissima.

urbino

31/03/2009

La Torino che non sapevo

Filed under: imparo,internet,torino — Oscaruzzo @ 23:11

Scopro, cazzeggiando in giro (attività evidentemente assai più nobile ed utile di quanto il termine vorrebbe suggerire) che a Torino c’erano un sacco di canali. Di alcuni restano ancora varie vestigia piuttosto nascoste. Altri sono stati trasformati in strade. Altri sono stati scavalcati da strade o ferrovie. Altri sono stati coperti e usati come fogne.

Sul sito del comune, all’interno del Regolamento di Polizia Rurale, “approvato con deliberazione del Consiglio Comunale in data 8 gennaio 1897” (dove tra le varie cose si può apprendere che nel Po “è proibita la pesca con la dinamite e con altre materie esplodenti”) si possono trovare informazioni su quali fossero i percorsi dei canali. Sempre sullo stesso sito ci sono pure delle piante dettagliate dei tratti ancora esistenti.

In giro ho trovato un paio di foto particolarmente interessanti, perché mostrano lo stesso scorcio prima e dopo la copertura del canale.

gabinio_molassi     pavimentazione

Quindi? Boh, niente, mi pareva una cosa interessante.

18/02/2009

Imparo (kitchen edition)

Filed under: cucina,imparo,sproloqui — Oscaruzzo @ 23:35

Non ho ancora capito per quanto tempo si debbano lasciare i broccoletti in acqua bollente prima che siano cotti, ma sicuramente cinque minuti sono troppi.

Le uova barzotte (termine che, come ogni gay sa bene, indica uno stato intermedio tra il troppo molle e il troppo sodo) si preparano mettendo le uova in acqua fredda, portando ad ebollizione e facendo bollire per un minuto e poi lasciando le uova nell’acqua a fuoco spento per altri tre minuti (alternativamente mettendole nell’acqua già bollente per cinque minuti, ma a volte si rompono per lo shock termico). Quindi mettendole sotto l’acqua fredda per un altro mezzo minuto circa per bloccare la cottura (sgusciare e servire subito). Sono una delizia.

Lo stato di cottura di un pezzo di carne non dipende (direttamente) dal tempo di cottura, ma piuttosto dalla temperatura che si fa raggiungere alla parte più interna. Per questa ragione i termometri da cucina dovrebbero essere diffusi almeno quanto i mestoli (e invece sono costosi e quasi introvabili).

Sui barattoli di alcune marche di yogurt è indicata, insieme alla data di scadenza, pure l’ora (e il minuto). Ho provato a verificare cosa cambiasse nello yogurt, assaggiandone un cucchiaio un paio di minuti prima dell’ora di scadenza e un altro poco dopo. Devo dire che era più o meno uguale, a meno di non dovermi aspettare conseguenze sul lungo periodo…

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