La casa dell'accrocchio Pensieri a manovella

22/04/2008

Nessun titolo

Filed under: cinema,disappunto,gioia insensata,pensieri — Oscaruzzo @ 23:59

Altre due considerazioni sul gioioso (i.e. gay) festival in corso a Torino in questi giorni.

La prima è che nemmeno all’allegro popolo GLBT è entrata in testa l’idea che esponevo nell’altro post, e cioè che un bel film sia bello comunque, indipendentemente dal sesso (dovrei dire “dal genere”) dei protagonisti. Quando il film narra delle peripezie di una coppia di ragazzi (o di uomini) gay, la sala è piena di uomini. Quando le protagoniste sono ragazze o donne lesbiche, la sala è piena di donne. Surreale. Siamo tutti ciechi.

La seconda è che è bello ogni tanto respirare un po’ di “aria frocia”, se mi passate l’espressione, che è quell’atmosfera che sento in queste occasioni, e che già sentii al Pride un paio di anni fa, quando in mezzo agli “altri” potevi vedere passeggiare e chiacchierare in piena tranquillità gruppi di gay e lesbiche, coppie che rincontrano altre coppie che non vedevano da tempo, gente che discute le notize dei giornali, insomma gente che è manifestamente se stessa in tutta la sua normalità. E non come nelle discoteche gay, che mi sembrano sempre più dei ghetti, ma in mezzo alla gente, a testa alta. Serenamente.

4 Comments »

  1. sarà che sono cresciuta con queste idee, ma in realtà a me sembra normale anche vedere una coppia dello stesso sesso. in effetti nemmeno io capisco come sia possibile. se due persone decidono di stare insieme, si amano e si desiderano, conta davvero il sesso? o l’età? o la razza?

    parlando con una ragazza (la mia migliore amica di sempre, a dire il vero), ho scoperto che restava sorpresa del fatto che non la giudicassi per i suoi gusti sessuali. la verità, mi diceva, è che tutte le altre persone non la pensano così.

    ma è una cosa triste, perchè ci si chiude a qualcosa di splendido, che è bello avere attorno: l’amore.

    Comment by dresdenbell — 23/04/2008 @ 00:19

  2. Mi viene in mente De Gregori, in Titanic

    A noi cafoni ci hanno sempre chiamato

    ma qui ci trattano da signori,

    che quando piove si può star dentro

    ma col bel tempo veniamo fuori.

    @dresdenbell: comunque forse qualcosa sta cambiando, il film “Coverboy” che era al festival dell’anno scorso, sta avendo in questi giorni una distribuzione “normale” (anche se poi quando sono andato a vederlo il 90% del pubblico era costituito da gay, tanto per cambiare…)

    Comment by Oscaruzzo — 23/04/2008 @ 00:39

  3. A vedere Shortbus eravamo io, un’amica e quaranta maschi in sala. E non capivo (e non capisco nemmeno ora).

    Comment by barynia — 23/04/2008 @ 13:48

  4. Mi viene in mente Madrid. C’è un quartiere (sfortunatamente mi pare sia solo un quartiere, seppur grande, e questo potrebbe richiamare il concetto di ghetto) dove si è liberi di esprimersi come si vuole, in quanto a gusti sessuali. Non so neppure dire se è proprio un quartiere in senso stretto, ci si arriva senza soluzione di continuità col resto della città, non sembra di “entrare” in una zona franca, se capisci che voglio dire.

    E tutte le volte che si sono andato, in mesi e mesi, ho visto che tutti sono sereni e tranquilli nel loro essere gay o etero. Neppure a testa alta, che pure quella in un certo qual modo è una forzatura: semplicemente rilassati nell’essere se stessi.

    Ed è stata una bella sensazione anche per me, una cosa nuova a cui non ero abituato.

    Comment by paguroeremita — 23/04/2008 @ 18:28

RSS feed for comments on this post. TrackBack URL

Leave a comment

Powered by WordPress