La casa dell'accrocchio Pensieri a manovella

09/11/2010

God Ga

Filed under: assurdo,musica,pensieri,ricordi,spettacolo,sproloqui — Oscaruzzo @ 23:24


È da un po’ di tempo che – ahimé – mi sono reso conto che Lady Gaga non è assolutamente l’ennesima starlette tutta tette e video pieni di sculettamenti. È decisamente un’altra cosa. Il problema è che non riesco a spiegare esattamente cosa sia, se non dicendo che è assolutamente favolosa.

Negli anni ’80 mi dicevano di ascoltare Madonna, perché era eccezionale. Io ascoltavo Like a Virgin e True Blue (gli album) e mi chiedevo che ci fosse di interessante.

Mi dicevano di guardare i suoi concerti, e io la vedevo ansimante e stonata sul palco, e mi chiedevo che ci stesse a fare.

Mi dicevano che era un personaggio “pop” e che ogni cosa che faceva o diceva era performance, e a me non comunicava proprio niente.

Mi dicevano perfino che era una “icona gay” col suo essere favolosa, ma a me è sempre parsa solo vagamente una baraccona.

Oggi sono andato a vedere il concerto di Lady Gaga. E per quanto penso di poter dire che il genere di musica che fa non mi piace particolarmente, è chiaro che la stavo aspettando dagli anni ’80.

30/11/2008

La mia faccia

Un pranzo dai miei, e mi è venuta la malsana idea di selezionare un po’ di foto da portarmi a casa. Me stesso a dieci anni in punta a una montagna. Me stesso a diciotto anni con gli amici (tra i dieci e i diciotto un buco nero). Poi io a vent’anni in vacanza con compagni e amici del Poli. Io ancora, verso i venticinque e poi verso i trenta, con gli amici di sempre. Prima basso, poi lungo lungo e magro come uno stecco, poi un po’ appesantito, poi di nuovo quasi in forma. Io con una birra, io a carnevale, io a un compleanno, io a una gita a pasquetta.

Non mi riconosco. Mi vedo felice, ma ho ricordi diversi. Mi ricordo di essere stato assillato da incertezze, dubbi, insicurezze. L’idea di essere brutto, di essere strambo, di essere noioso, di essere basso, di essere magro, di essere grasso. Non ero niente di ciò, tutto sommato.

Mi vedo giovane, sorridente, con amici e amiche sorridenti intorno. Avrei potuto godermela di più tutto sommato. E non dirò una cosa tipo “va bene anche così”. È stato uno spreco. Certo, l’importante è che sia finito. Ma che spreco. Che spreco.

05/08/2008

Pugno!

Filed under: gnente,ricordi — Oscaruzzo @ 19:11

Questo caldo surreale e bagnato mi rimanda a certi lunghissimi e torridi pomeriggi di quando ero bambino. Pomeriggi passati nello spazio recintato e comune tra i tre condomini che costituivano il complesso “Sabina”. Cortili, rampe di discesa verso i garage, aiuole, un dedalo di cantine comunicanti tra loro e porticati di cemento. Un ambiente in cui ogni elemento architettonico diventava parte integrante di uno dei mille giochi, ciascuno con le sue intricatissime regole.

Ricordo soprattutto il sistema di frasi, di gesti e di parole che faceva da contorno al tutto.

Chi era di turno a nascondino contava fino a cento e poi urlava “a jé”, che in piemontese vuol dire grossomodo “ci siamo”.

Quando qualcuno aveva necessità di interrompere il gioco, alzava una mano e annunciava “pugno”. E non ho mai capito perché.

Quando si stimava che il regolamento fosse stato violato (e succedeva continuamente), si diceva, solitamente in tono incazzoso, “gioco fallo” (e partiva una discussione interminabile, basata sui precedenti, su mio cugino, sul fantomatico regolamento e su chi fosse più grosso).

Nei giochi di squadra ci si divideva “facendo a mamasciola”. Quando si doveva sorteggiare una persona, si faceva una conta che poteva essere anche una roba corta e incomprensibile tipo “ala mala purtigala cirilin put fora” che, per quanto ne so tutt’ora, non significa assolutamente nulla.

E i giochi erano infiniti. E complicatissimi. Se dovessi scrivere tutte le regole che osservavamo giocando a “guardie e ladri” non mi basterebbero venti pagine. Roba che andava da “è vietato usare gli ascensori” a “quando solo un ladro rimane libero acquista il potere di liberare tutti gli altri ladri se riesce a fare due volte il giro della prigione senza farsi toccare da nessuna guardia, ma solo se non è mai stato preso e poi liberato. Altrimenti no”.

Altri erano semplicemente varianti assurde di altri giochi noti. Spesso giocavamo a calcio sulla rampa dei garage (e quindi in salita). Ma (ovviamente) con cento regole aggiuntive. A ogni goal le due squadre si scambiavano di campo. La palla poteva rimbalzare contro i muri. Eccetera.

Ma soprattutto il caldo. Me lo ricordo. Lo rivedo. Ma non si sentiva. Mai.

21/06/2008

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Filed under: disappunto,pensieri,ricordi,sproloqui — Oscaruzzo @ 18:29

La Barynia mi ha fatto venire voglia di scrivere questo post. Colpa sua.

Quindici anni fa tondi tondi, davo l’esame di maturità. Estate del 1993.

Occhialuto, pallido, tutt’ossa (riformato per insufficienza toracica), migliore della scuola, con pochi amici in classe di cui uno secchione e uno rivoluzionario, mi scaraventavo fuori da un quinquennio di merda.

Lo scritto di informatica fu senza infamia e senza lode. Il tema nemmeno me lo ricordo. L’orale sì. Il membro interno della commissione era assolutamente privo di nerbo, come se nemmeno ci fosse. Credo che sui voti finali abbia pesato meno che zero. Il tipo che mi interrogò di teoria dei sistemi parlava con un accento calabrese tale che non riuscivo a comprendere le domande; una me la feci ripetere due volte; l’altra non seppi mai cosa riguardasse, detti una risposta assolutamente a caso.

Il giorno dopo l’orale partivo per le vacanze, in campeggio con due amici.

Il voto me lo feci dire da un compagno, telefonando da una cabina vicino alla spiaggia.

Quindici anni. E ancora, se ci penso a quegli anni delle superiori, mi viene da vomitare.

17/03/2008

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Filed under: assurdo,musica,nostalgia,ricordi — Oscaruzzo @ 21:41

Your butt is wide, well mine is too
Just watch your mouth or I’ll sit on you
The word is out, better treat me right
‘Cause I’m the king of cellulite
Ham on, ham on, ham on whole wheat, all right

My zippers bust, my buckles break
I’m too much man for you to take
The pavement cracks when I fall down
I’ve got more chins than Chinatown

Well, I’ve never used a phone booth
And I’ve never seen my toes
When I’m goin’ to the movies
I take up seven rows

Because I’m fat, I’m fat, come on
(Fat, fat, really really fat)
You know I’m fat, I’m fat, you know it
(Fat, fat, really really fat)
You know I’m fat, I’m fat, come on you know
(Fat, fat, really really fat)
Don’t you call me pudgy, portly or stout
Just now tell me once again who’s fat

When I walk out to get my mail
It measures on the Richter scale
Down at the beach I’m a lucky man
I’m the only one who gets a tan
If I have one more pie a la mode
I’m gonna need my own zip code

When you’re only having seconds
I’m having twenty-thirds
When I go to get my shoes shined
I gotta take their word

Because I’m fat, I’m fat, sha mone
(Fat, fat, really really fat)
You know I’m fat, I’m fat, you know it
(Fat, fat, really really fat)
You know I’m fat, I’m fat, you know it you know
(Fat, fat, really really fat)
And my shadow weighs forty-two pounds
Lemme tell you once again who’s fat

If you see me comin’ your way
Better give me plenty space
If I tell you that I’m hungry
Then won’t you feed my face

Because I’m fat, I’m fat, sha mone
(Fat, fat, really really fat)
You know I’m fat, I’m fat, you know it
(Fat, fat, really really fat)
You know I’m fat, I’m fat, you know it, you know
(Fat, fat, really really fat)
Woo woo woo, when I sit around the house
I really sit around the house

You know I’m fat, I’m fat, come on
(Fat, fat, really really fat)
You know I’m fat, I’m fat, you know it, you know it
(Fat, fat, really really fat)
You know, you know, you know, come on
(Fat, fat, really really fat)
And you know all by myself I’m a crowd
Lemme tell you once again

You know I’m huge, I’m fat, you know it
(Fat, fat, really really fat)
You know I’m fat, you know, hoo
(Fat, fat, really really fat)
You know I’m fat, I’m fat, you know it, you know
(Fat, fat, really really fat)
And the whole world knows I’m fat and I’m proud
Just tell me once again who’s fat

Weird Al Yankovic – Fat

PS: in questo periodo non ho molta ispirazione su cosa scrivere, però non potevo esimermi dal postare questo gioiello, che peraltro mi riporta un sacco di ricordi degli anni ’80… Comunque il tipo è un matto; su YouTube si trovano diversi video suoi (che all’epoca passarono anche su DjTV (chi se la ricorda?). Consigliatissime anche “Like a Surgeon”, “Eat it” e “Living With a Hernia”…

07/03/2008

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Filed under: amore,ricordi — Oscaruzzo @ 21:12

Dopo tutti questi anni, lei mi manca ancora. Succede raramente, ormai, ma non meno intensamente. Una marea di ricordi, di rimpianti e di rimorsi, di immagini e sensazioni, e un dolore che mi prende alla bocca dello stomaco e mi strizza cone uno strofinaccio quasi a spremerne una lacrima.

La ricordo come se fosse ora qui davanti a me, in una macchina in un parcheggio, a fissarci negli occhi, assorti e incerti, e naufraghi in quello sguardo.  Mi rivedo confuso ma felice, la prima volta che mi prese per mano, e con quel contatto mi parlava e io non sapevo se la capivo o se ero impazzito.  Ripenso a noi su un molo, con il mare mosso, a guardare le onde annientarsi ai nostri piedi e il ruggito del vento coprire le nostre poche parole.  E quella notte in montagna, i nostri letti vicini e le nostre braccia tese l’uno verso l’altro, a mantenere un contatto al di là del buio pesto e del freddo e della stanchezza.  E poi la rivedo nella sua cucina, quella notte di capodanno, ad accogliermi con gli occhi pieni di gioia per nessuna ragione se non che quello ero io, e io la accoltellavo con la mia continua incertezza e la mia ennesima ritirata.

Quanto animo, quanto entusiasmo, quanta gioia, quanta tenerezza, quanto amore, tutto buttato, tutto sprecato, tutto sparito, tutto perduto.  Solo ogni tanto tutte queste cose sbucano dalla nebbia degli anni passati, dai ricordi forzatamente dimenticati, e mi assalgono in massa e mi fanno scrivere stupidaggini come queste.  Ma ormai ci sono abituato; domani passerà.

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