La casa dell'accrocchio Pensieri a manovella

07/10/2007

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Filed under: pensieri,poesia — Oscaruzzo @ 15:17

Evaporato in una nuvola rossa
in una delle molte feritoie della notte
con un bisogno d’attenzione e d’amore
troppo "Se mi vuoi bene piangi" per essere corrisposti,
valeva la pena divertirvi le serate estive
con un semplicissimo "Mi ricordo"
per osservarvi affittare un chilo d’erba
ai contadini in pensione e alle loro donne
e regalare a piene mani oceani
ed altre ed altre onde ai marinai in servizio
fino a scoprire ad uno ad uno i vostri nascondigli
senza rimpiangere la mia credulità;
perché già dalla prima trincea
ero più curioso di voi
ero molto più curioso di voi.

E poi sospeso tra i vostri "Come sta"
meravigliato da luoghi meno comuni e più feroci
tipo "Come ti senti amico, amico fragile,
se vuoi potrò occuparmi un’ora al mese di te"
"Lo sa che io ho perduto due figli"
"Signora lei è una donna piuttosto distratta"

E ancora ucciso dalla vostra cortesia
nell’ora in cui un mio sogno
ballerina di seconda fila,
agitava per chissà quale avvenire
il suo presente di seni enormi
e il suo cesareo fresco,
pensavo è bello che dove finiscono le mie dita
debba in qualche modo incominciare una chitarra.

E poi seduto in mezzo ai vostri arrivederci,
mi sentivo meno stanco di voi
ero molto meno stanco di voi

Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta
fino a vederle spalancarsi la bocca
Potevo chiedere ad uno qualunque dei miei figli
di parlare ancora male e ad alta voce di me
Potevo barattare la mia chitarra e il suo elmo
con una scatola di legno che dicesse "perderemo"
Potevo chiedervi come si chiama il vostro cane
il mio è un po’ di tempo che si chiama Libero
Potevo assumere un cannibale al giorno
per farmi insegnare la mia distanza dalle stelle
Potevo attraversare litri e litri di corallo
per raggiungere un posto che si chiamasse "arrivederci".

E mai che mi sia venuto in mente,
di essere più ubriaco di voi
di essere molto più ubriaco di voi.

Fabrizio De Andrè – Amico Fragile

19/09/2007

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Filed under: poesia — Oscaruzzo @ 21:55

Molti mari e fiumi
Attraverserò
dentro la tua terra
mi ritroverai
Turbini e tempeste
io cavalcherò
volerò tra i fulmini
per averti

Meravigliosa creatura
sei sola al mondo
meravigliosa paura
d’averti accanto
occhi di sole
mi bruciano in mezzo al cuore
amore è vita
meravigliosa

Luce dei miei occhi
brilla su di me
voglio mille lune
per accarezzarti
Pendo dai tuoi sogni
veglio su di te
non svegliarti non svegliarti
non svegliarti ancora

Meravigliosa creatura
sei sola al mondo
meravigliosa paura
d’averti accanto
occhi di sole
mi tremano le parole
amore è vita
meravigliosa

Meravigliosa creatura
un bacio lento
meravigliosa paura
d’averti accanto
all’improvviso
tu scendi nel paradiso
muoio d’amore
meraviglioso

Gianna Nannini – Meravigliosa creatura

11/09/2007

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Filed under: gente,musica,pensieri,poesia — Oscaruzzo @ 21:15

Non è che sia mai stato un grande fan delle voci tenorili, e tantomeno delle collaborazioni pop di Pavarotti, che consideravo giustificate solo dalle intenzioni umanitarie, ma non certo dagli esiti artistici. E poi oggi, mentre ero in macchina, la radio ha trasmesso Miss Sarajevo, cantata con gli U2. Pelle d’oca. Ora l’ho risentita, ma non mi ha fatto lo stesso effetto. Eppure

Dici che il fiume
Trova la via al mare
E come il fiume
Giungerai a me
Oltre i confini
E le terre assetate
Dici che come fiume
Come fiume…
L’amore giungerà
L’amore…

Qua, per chi volesse sentire/vedere.

24/07/2007

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Filed under: guerra,musica,pensieri,poesia — Oscaruzzo @ 23:01

Recentemente si fa un gran parlare di Daniele Silvestri e la sua "Gino e l’Alfetta". Ok, lodevole iniziativa, ma cazzarola, nel 1978 c’era già questo (e la censura esisteva davvero). Inoltre è una canzone che mi fa venire sempre un groppo in gola.

Andrea s’è perso, s’è perso e non sa tornare
Andrea aveva un amore, riccioli neri
Andrea aveva un dolore, riccioli neri.
C’era scritto sul foglio ch’ era morto sulla bandiera
C’era scritto e la firma era d’oro, era firma di re
Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia.
Occhi di bosco, contadino del regno, profilo francese
Occhi di bosco, soldato del regno, profilo francese
E Andrea ha perso, ha perso l’amore, la perla più rara
E Andrea ha in bocca, in bocca un dolore, la perla più scura
Andrea raccoglieva, raccoglieva violette ai bordi del pozzo
Andrea gettava riccioli neri nel cerchio del pozzo
Il secchio gli disse, gli disse "Signore,
Il pozzo è profondo più fondo del fondo,
degli occhi, della notte, del pianto".
Lui disse "Mi basta, mi basta che sia più profondo di me".

Fabrizio de André – Andrea

17/07/2007

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Filed under: amore,poesia — Oscaruzzo @ 10:08

Questa è per te.

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io avrò cura di te.

Vagavo per i campi del Tennessee
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare.

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza.
I profumi d’amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d’agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
Ti salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale
ed io avrò cura di te…
io sì, che avrò cura di te.

Franco Battiato – La Cura

06/07/2007

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Filed under: amore,poesia — Oscaruzzo @ 00:37

Mi votu e mi rivotu suspirannu,
passu li notti ‘nteri senza sonnu,
e li biddizzi tò vaiu cuntimplannu,
li passu di la notti finu a ghiornu,
pi tia non pozzu ora chiù durmiri
paci non havi chiù st’afflittu cori,
lu sai quannu ca iu t’hai a lassari?
quannu la vita mia finisci e mori.

07/04/2007

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Filed under: amore,poesia — Oscaruzzo @ 12:34

Vai vai
tanto non è l’amore che va via
Vai vai
l’amore resta sveglio
anche se è tardi e piove
ma vai tu vai
rimangono candele e vino e lampi
sulla strada per Destino

Vai vai
conosco queste sere senza te
lo so, lo sai
il silenzio fa il rumore
dei tuoi passi andati
ma vai, tu vai
conosco le mie lettere d’amore
e il gusto amaro del mattino

Ma
non è l’amore che va via
il tempo sì
ci ruba e poi ci asciuga il cuor
sorridimi ancor
non ho più niente da aspettar
soltanto il petto da uccello di te…
soltanto un sonno di quiete domani…
ma vai, tu vai
conosco le mie lettere d’amore
e il gusto amaro del mattino

Lo so lo sai
immaginare come un cieco
e poi inciampare
in due parole
a che serve poi parlare
per spiegare e intanto, intanto noi
corriamo sopra un filo, una stagione,
un’inquietudine sottile.

Ma,
non è l’amore che va via
il tempo sì,
ci ruba e poi ci asciuga il cuor
sorridimi ancor
non ho più niente da aspettar
soltanto il petto da uccello di te…
soltanto un sonno di quiete domani…

Vinicio Capossela – Non è l’amore che va via

08/02/2007

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Filed under: amore,musica,pensieri,poesia — Oscaruzzo @ 21:52

È un gioco strano
un elastico teso che
mi lancia lontano
poi mi trascina a sé

e mi fa strano
qusta sottile malattia
che non distingue più
necessità da verità

e i sogni dalla realtà
dalla mia realtà
sempre sospesa a metà

è un gioco strano
tu non giocarlo mai
starti vicino
e cercarti per quello che non sei

e mi fa strano
sentirmi così vicino a te
mentre vado lontano
ma questo lontano poi dov’è

fermala tu
questa altalena adesso che
io non so più
dove mi spinge né perché

attimi in cui
nulla sembra sia importante
esisto solo io
e il resto non importa niente

attimi
in cui ogni cosa è necessaria
e all’improvviso
io ti ho bisogno come l’aria

Banda Ionica – Come l’aria

05/02/2007

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Filed under: armi,guerra,musica,pensieri,poesia — Oscaruzzo @ 22:42

A volte capitano due eventi che, in modo indipendente, portano a pensare a una stessa cosa.

In questo caso, 1) passare in macchina davanti al cimitero e rimanere fermo a causa di una coda proprio davanti al prato dove ci sono le croci dei caduti in guerra e 2) ascoltare per radio No man’s land di Eric Bogle, di cui riporto il testo.

Well, how do you do Private William McBride?
Do you mind if I sit here down by your graveside?
And rest for awhile in the warm summer sun,
I’ve been walking all day, and I’m nearly done.
And I see by your gravestone, you were only nineteen
When you joined the great fallen in nineteen-sixteen
Well I hope you died quick and I hope you died clean
Or, Willy McBride, was it slow and obscene?

[Chorus]
Did they beat the drums slowly, did they play the pipes lowly?
Did they rifles fired o’er you as they lowered you down?
Did the bugles play ‘The Last Post’ in chorus?
Did the pipes play ‘The Flowers Of The Forest’?

And did you leave a wife or a sweetheart behind?
In some loyal heart is your memory enshrined?
And, though you died back in nineteen-sixteen,
To that loyal heart are you always nineteen?
Or are you a stranger without a name?
Forever enshrined behind some glass pane,
In an old photograph, torn and tattered, and stained,
And fading to yellow in a brown leather frame?

[Chorus]

The sun’s shining down on these green fields of France;
The warm wind blows gently, and the red poppies dance.
The trenches have vanished long under the plough
No gas, no barbed wire, no guns firing now.
But here in this graveyard that’s still No Man’s Land
The countless white crosses in mute witness stand
To man’s blind indifference to his fellow man,
And a whole generation who was butchered and damned.

[Chorus]

And I can’t help but wonder, no Willy McBride,
Do all those who lie here know why they died?
And did you really believe them when they told you ‘The Cause’?
Did they really believe that this war would end wars?
Well the suffering, the sorrow, the glory, the shame,
The killing, the dying, it was all done in vain,
For Willy McBride, it all happened again,
And again, and again, and again, and again.

[Chorus]

Eric Bogle – No Man’s Land

11/12/2006

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Filed under: filosofia,pensieri,poesia — Oscaruzzo @ 11:23

Un hombre que cultiva su jardín, como quería Voltaire.
El que agradece que en la tierra haya música.
El que descubre con placer una etimología.
Dos empleados que en un café del Sur juegan un silencioso ajedrez.
El ceramista que premedita un color y una forma.
El tipógrafo que compone bien esta página, que tal vez no le agrada.
Una mujer y un hombre que leen los tercetos finales de cierto canto.
El que acaricia a un animal dormido.
El que justifica o quiere justificar un mal que le han hecho.
El que agradece que en la tierra haya Stevenson.
El que prefiere que los otros tengan razón.
Esas personas, que se ignoran, están salvando el mundo.

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.

Jorge Luis Borges – Los justos
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