Parigi è una città stupenda. Ci sono stato dal 5 dicembre al 9, ed è stata una vacanzona bellissima. Mi sono goduto davvero ogni istante, dopo anni di vacanze saltate per mancanza di ferie o di risparmi. E andarci con la persona che ami e goderti una vacanza “da coppietta” non ha davvero prezzo. Al momento sono ancora sovraccarico di sensazioni, ma posso inziare a riportare alcune cose (non proprio poetiche) che ho notato.
Parigi è un posto civile. Se per caso stai per perdere il bus o la metro, non devi correre come un pazzo, perché tanto tra pochi minuti ne passerà un altro.
È un posto di cultura e di arte. Noi italiani ce la contiamo sul fatto di essere un paese dove l’arte ha ancora un ruolo, ma le gallerie d’arte sono luoghi esclusivi pieni di gente incravattata pronta a spiumarti. Là invece assomigliano più a negozi di dischi, con tutte le opere disposte su espositori da “sfogliare” e da guardare, mentre il gallerista se ne sta alla cassa. E i prezzi sono adeguati, pur senza regalarti nulla.
È una città in cui “quartiere gay” non significa “ghetto oscuro frequentato unicamente da gay e evitato da tutti gli altri”. Significa invece “zona con una intensa vita notturna, ricchissima di locali di tutti i generi (ristoranti, negozi, discoteche, pub, librerie), frequentata da persone di tutti i generi e, incidentalmente, anche da molti gay”.
È un posto economico per i turisti. A dispetto di quanto sostengono quei ladroni dei ristoratori nostrani, il prezzo per una cena costituita da antipasto (o primo), secondo (con contorno), dolce e bevande non può superare i venti euro. A Parigi in ogni zona, anche le più turistiche, è pieno di locali con menù al di sotto di questa tariffa. In Italia invece ti devi infilare in zone nascoste, affidandoti ai consigli di amici che hanno trovato un locale sperduto in cui si riesce a mangiare a un prezzo quasi abbordabile.
È infine un posto in cui si fa qualcosa per l’inquinamento (che pure c’è ed è piuttosto intenso in certe zone). È pieno di piste ciclabili ovunque e c’è un interessante servizio di bike-sharing gestito dal comune.
Ne potrei probabilmente trovare tante altre. Diciamo che per ora dovrebbero bastare queste, per capire che è meglio se ci diamo una mossa pure noi…