La casa dell'accrocchio Pensieri a manovella

16/09/2007

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Filed under: amore,lavoro,pensieri — Oscaruzzo @ 18:09

Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare.

Così cantava il poeta, e mi pare molto appropriato a questo settembre, in cui mi accingo a stravolgere finalmente un po’ di cose che da troppo tempo aspettavano di essere stravolte.

Da domani, nuovo lavoro. E, se riesco a sistemarmi un posto dove mettere il PC, entro pochi giorni confido di trasferirmi nella mia nuova casina. Nuove compagnie, nuovi pensieri, nuove soddisfazioni, nuove incazzature, nuovi ritmi.

E se poi anche in amore venisse qualche cambiamento che sto agognando ormai da un po’, ben venga. Io sono pronto, quest’anno spacco tutto. Hah!

31/08/2007

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Filed under: lavoro,pensieri — Oscaruzzo @ 21:47

Ci sono decine di ragioni per cui uno può cambiare lavoro. E, forse conseguentemente, ci sono decine di ragioni per cui tra due settimane io effettivamente cambierò lavoro.

Non starò a elencarle e a motivarle tutte quante. Dico solo che del mio corrente impiego ormai l’unico aspetto positivo è il rapporto coi colleghi, che si sono dimostrati sempre eccezionali. Per il resto, non vedo l’ora di andarmene. Davvero. Non vedo l’ora.

01/08/2007

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Filed under: assurdo,lavoro — Oscaruzzo @ 16:28

Qual’e` la cosa piu` idiota che si possa scrivere in una circolare aziendale? Non lo sapete? Ecco qua:

Per contenere i consumi energetici si incoraggiano i dipendenti ad attenersi alle seguenti indicazioni:

  1. bla
  2. bla
  3. bla
  4. Utilizzare gli ascensori solo per salire.

Eh? Solo per salire? E quando sono tutti su? Che cazzo faranno quando gli ascensori sono tutti all’ultimo piano? Eh? eh?

17/01/2007

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Filed under: assurdo,gente,lavoro — Oscaruzzo @ 20:54

Io lavoro in un’azienda grande. Così grottescamente grande che quando, per qualche strana coincindenza, devi avere a che fare con i pezzi grossi, è come se dovessi trattare col papa o con la regina d’Inghilterra.

Oggi, per l’appunto, è successo. Io e i miei compari accrocchiatori ci siamo trovati a dover presentare una demo a un tizio che nell’organigramma ha solo una persona sopra di lui; un tizio che probabilmente guadagna ogni mese i soldi che noi in cinque tutti insieme (forse) raggranelliamo in dieci anni. Insomma, un pezzo grosso grosso grosso.

La cosa “divertente” però non è stata trattare col tipo in questione; la cosa divertente è stata scoprire stamattina (prima del fatidico incontro) che all’interno dell’azienda esiste un reparto “comunicazioni” di persone che si occupano di dirti come devi “comunicare” con i pezzi grossi interni o esterni all’azienda stessa. Praticamente dei cerimonieri.

Così alle otto e mezza, mentre preparavamo le nostre boiate, ci siamo trovati tra i piedi una tizia del suddetto reparto, una con un culo di gallina al posto della bocca. Costei ci ha spiegato con molto sussiego come si sarebbe svolto l’incontro, con frasi come “l’ingegnere arriverà alle dieci, entrando da quella porta; voi dovrete rimanere accanto ai vostri accrocchi schifosi, e quando lui vi saluterà potrete presentarvi e stringergli la mano (se lui ve la porge)”.

E poi ci ha interrogato su cosa avremmo detto e fatto, avendo cura di sottolineare di tanto in tanto che “questo all’ingegnere non interesserà” e “questo discorso è dispersivo e voi non volete che l’ingegnere si annoi” e così via.

Insomma, sono rimasto davvero di sasso. Peraltro “l’ingegnere” si è dimostrato un tipo tranquillo e semplice, assolutamente alla mano. Il problema è che questo genere di leccaculi hanno comunque un potere spaventoso perché sono a contatto con gli alti papaveri e possono far fluire (oppure no) ogni sorta di informazione (vera o presunta), mentre noialtri plebei non avremo probabilmente mai più l’opportunità di conferire con il sommo.

Però che schifo, l’avrei presa a testate.

26/10/2006

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Filed under: lavoro,tecnologia — Oscaruzzo @ 00:27

Nei dintorni del centro studi del maggiore operatore telefonico italiano un giovane ed intrepido ricercatore siede su una macchina aziendale. Una panda, per la precisione. Rossa. Col logo dell’operatore sulle portiere.

Un suo ardito collega e` alla guida del potente mezzo.

Il giovane ricercatore tiene sulle ginocchia uno scatolo davvero prezioso: ne esistono al mondo solo due esemplari. Sopra lo scatolo sopra le ginocchia, sta in bilico un computer portatile.

Una ragnatela di cavi collega i due aggeggi infernali tra loro e con un terzo aggeggio: una antenna (gia` compagna di mille altre avventure) attaccata sul tettuccio della macchina mediante una quantita` assurda di nastro isolante.

I due hanno poco tempo per effettuare i loro test: sanno che dopo un breve intervallo il giovane ricercatore sara` colto da nausea, con conseguente grave pericolo per il prezioso scatolo.

Nel frattempo dal centro ricerche un terzo collega novello Marconi invia nell’etere messaggi carichi di significato e di speranza per le future generazioni ("pizza pazza nel pozzo che puzza", "sopra la panca la capra campa", "il megapresidente e` uno stronzo").

Dopo vari giri nel circondario e in tangenziale (e alcuni simpatici episodi riguardanti l’antenna sul tetto) i due ritornano vittoriosi. Festeggiano con un caffe` e un travelgum. E un amaro.

12/10/2006

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Filed under: lavoro,tecnologia — Oscaruzzo @ 15:09

Sul tetto del centro studi del maggiore operatore telefonico italiano un giovane ed intrepido ricercatore corre in varie direzioni, impugnando una antenna nella mano destra e una struttura di cartone e carta stagnola nella sinistra.

Un cavo corre dall’antenna ad un laboratorio posto due piani più sotto, dove un suo altrettanto giovane (ma forse meno intrepido) collega occhieggia nervosamente ad una serie di strumenti più o meno esoterici, urlandogli dalla finestra indicazioni su dove spostarsi e come orientare l’aggeggio di carta stagnola, la cui funzionalità dovrebbe essere quella di far sì che l’antenna si attesti su una cella piuttosto che su un’altra.

Dopo alcuni tentativi, l’antenna e "lo schermo" vengono accuratamente fissati in una posizione alquanto ardita facendo uso di una quantità assolutamente eccessiva di nastro adesivo per pacchi, cavi elettrici annodati e imprecazioni.

Al termine della giornata i due accendono un falò in laboratorio e si bevono un amaro. No beh, questo non è vero. Ma il resto sì.

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