La casa dell'accrocchio Pensieri a manovella

29/12/2007

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Filed under: diritti,disappunto,gente,letteratura,pensieri,sproloqui — Oscaruzzo @ 15:13

A volte vorrei che la si smettesse di avere nelle librerie e nelle biblioteche scaffali di testi “a tematica omosessuale”. E poi festival del cinema “a tematica omosessuale”. E poi mostre d’arte “a tematica omosessuale”. Alla fine tutte queste cose non fanno altro che diventare scaffali per omosessuali, festival per omosessuali, mostre per omosessuali.

Perché devo andare in libreria e trovare “Camera con vista” negli scaffali di narrativa, tra gli autori in ordine alfabetico, alla voce “Forster” e trovare invece “Maurice”, dello stesso autore, in un altro scaffale, tra i libri con etichetta “LGBT”?. Ma che senso ha? Possibile che “Maurice” possa interessare solo a lettori gay? O magari si voleva evitare al povero lettore ignaro lo choc di leggere una storia incentrata sull’amore tra due uomini? Oppure è normale che al festival del cinema LGBT di Torino tutto il pubblico fosse costituito da gay? Davvero queste storie non interessano nessun altro? Sono davvero così aliene? O siamo noi che stiamo diventando autoreferenziali? È vero che ci stiamo autoghettizzando, come dicono alcuni?

O forse tutto questo nasce solo dal fatto che la gente  vuole solo far finta di niente. Fare come se nessuna diversità esistesse. Che poi è quello che vorrei pure io, visto che tutta questa diversità sta solo nella testa delle persone. E aveva forse proprio ragione Forster, nell’introduzione a Maurice, quando diceva

«Dopo che fu scritto “Maurice”, si è verificato un cambiamento dell’opinione pubblica, qui da noi [il romanzo è del ’14, ma l’introduzione è del ’60; il libro fu pubblicato però solo nel ’71]: il trapasso dall’ignoranza e dal terrore alla familiarità ed al disprezzo. Non è il cambiamento in pro del quale si era dato da fare Edward Carpenter. Questi sperava nel generoso riconoscimento di un’emozione e nella possibilità di reintegrare qualcosa di primitivo nel consorzio civile. Ed io, anche se ero meno ottimista di lui, ritenevo che la conoscenza avrebbe generato la comprensione. Non ci eravamo accorti che quanto l’uomo della strada aborrisce effettivamente non è la cosa di per sé, bensì la necessità di pensarvi. Se potessimo farla scivolare inosservata in mezzo a noi, oppure legalizzarla nottetempo mediante un decreto decifrabile solo con la lente d’ingrandimento, di leverebbero scarse proteste. Disgraziatamente, essa può venir legalizzata esclusivamente dal parlamento, e i parlamentari sono costretti a pensare o ad aver l’aria di pensare.»

13/12/2007

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Filed under: assurdo,disappunto,gente,incazzature,politica — Oscaruzzo @ 21:46

Io sono il comunista che mangia i comunisti.

Stasera mi stavo preparando il meritato pasto, quando qualcuno mi suona alla porta. Vado a vedere chi cavolo sia e mi trovo dinnanzi un giovanotto grande e grosso, con un taglio di capelli alla Gramsci e una palese aria da rompicoglioni.

Il tipo ha un fascio di giornali tipo "lotta operaia". Mi dice di essere comunista, avere 19 anni, e di voler cambiare il mondo (giuro, ha detto proprio così). Mi fa sapere che è brutto che gente muoia nelle fabbriche e che non si fida di Prodi né di Veltroni. Mi dice pure che sta rompendo le palle (anche) telefonicamente a centinaia di persone, ma è una operazione costosa e magari voglio contribuire economicamente. Inoltre mi fa sapere di provare disgusto per la classe politica attuale, gente che non ha contatto con i lavoratori e che pensa solo ai propri interessi.

Gli chiedo dunque se sia mai stato in una fabbrica (no), se abbia mai lavorato (no), se abbia intenzione di farlo un giorno (no, penso di darmi alla politica).

A questo punto sono già sufficientemente spazientito e il pollo pensa bene di buttare una frase tipo "allora fai almeno una cosa piccolo-borghese, visto che è quasi natale".

E lì l’ho mandato sonoramente affanculo. Piccolo-borghese. Tzch!

17/10/2007

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Filed under: amore,gente,imparo — Oscaruzzo @ 20:07

«È giusto, ora non sono più un suo problema». Questo pensò in macchina, tornando a casa. «Un suo problema… un suo problema… un suo problema!»

Questo era stato. Un problema. Una parola forte, una parola crudele – una buona definizione. Forse non era stato sempre così. Forse era stato anche un’opportunità, in qualche momento, ma ora che il rapporto tra X. e il suo legittimo compagno andava meglio, O. era davvero tornato di colpo al suo ruolo di problema, e con lui il suo amore per X., e l’amore di X. per lui.

Doveva essere così. Per forza. Doveva essere stato, più di ogni altra cosa, un problema. È così che si prendono le decisioni. Si fa una lista di pro e di contro. Li si pesa secondo le proprie priorità. Se sono di più i pro, bene. Altrimenti è un problema. Ed un problema è una cosa che va risolta.

Così, con questi pensieri, né onesti né nobili, O. iniziò di nuovo un processo che l’avrebbe portato a salvare solo i ricordi spiacevoli e a trasformare un amore in un danno. Avrebbe trasformato una persona che amava in qualcuno di cui parlare male. Gli era già successo. L’aveva già fatto. Di lì a poco sarebbe stato pienamente cosciente di essere stato sfruttato, ingannato, tradito, abbandonato e dimenticato. Avrebbe trovato la certezza di avere agito sempre al meglio, di aver dato tutto, di aver fatto tutto. Non era colpa sua. Non era colpa sua. Non era colpa sua.

O forse no. Forse era cambiato qualcosa in quei mesi. Forse aveva trovato comunque un po’ di serenità e di forza per poter ammettere che, in fondo, non era colpa di nessuno.

16/10/2007

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Filed under: gente — Oscaruzzo @ 21:36

Accadeva a volte – assai di rado, per dire il vero – che il pensiero arrivasse solo dopo l’azione. Quando sentì il grido di aiuto, pur con le mani impegnate da un grosso pacco e un paio di borse, non potè fare altro che buttare di nuovo tutto quanto in macchina e correre a vedere cosa stesse accadendo.

Il fatto che comunque il suo intervento non solo avrebbe potuto peggiorare la situazione, ma anche metterlo in una situazione di pericolo che non avrebbe comunque saputo affrontare in nessun modo, non aveva in quel momento alcuna rilevanza, per la semplice ragione che nemmeno lontanamente una tale idea aveva sfiorato i suoi pensieri. Qualcuno aveva urlato “aiuto!” e quella parola aveva scavalcato in un istante ogni priorità o prudenza.

Fu così, incoscientemente, che si mise a correre a destra e a sinistra fra le viuzze, allungando il collo nei portoni, guardando dietro ai bidoni, dietro alle macchine, tendendo l’orecchio a ogni voce. E solo dopo un po’, non trovando niente e nessuno, con quella mezza risata idiota che sempre arrivava nei momenti meno opportuni, si disse “che culo”… Ma il dubbio gli tenne compagnia per tutta la sera.

30/09/2007

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Che periodo strano. Sono preso da una smania, da una insoddisfazione continua. Mi sbatto da tutte le parti, cerco, leggo, faccio, disfo, e sento una insoddisfazione totale. Come se stessi cercando qualcosa, qualcosa che non so cosa sia, ma di certo non l’ho trovata.

Su internet leggo, leggo, leggo, leggo, leggo e sto cercando davvero quella cosa che voglio leggere, ma non so cos’è. E allora giro e giro, ma non trovo niente di veramente soddisfacente.

In casa giro e rigiro  avanti e indietro, sistemo qualcosa, stiro una camicia, faccio qualche riparazione, ma il casino rimane, e comunque non ho un obiettivo preciso, non so nemmeno perché cavolo sto facendo tutto ‘sto casino, tanto in fondo nel disordine ci sono sempre stato.

Sul lavoro non so ancora come girarmi, non so bene cosa ci si aspetti da me, non conosco bene il software che è già stato sviluppato, non conosco bene le ragioni per cui sia stato fatto così, non so veramente da che parte incominciare, e anche questo mi causa una insoddisfazione bestiale, tanto che non ci dormo.

L’amore, cazzarola, l’amore mi distrugge, non ci capisco niente, non so dove sto andando a parare, stiamo facendo melina da sei mesi almeno, e non so più distinguere un passo avanti da un passo indietro, talmente tanti sono i passetti che abbiamo fatto senza che nulla cambiasse.

Gli amici non so, alcuni che sembravano ormai persi tornano e ne sono strafelice, altri mi sembra che spariscano, stanno diventando dei conoscenti, ci si scherza, si ride, ma non mi sembra ci sia un vero affetto, una vera lealtà, una vera amicizia, e non so cosa voglio, se voglio correr loro dietro e cercare di recuperare qualcosa, o se dire basta, siamo cresciuti e siamo diventati distantissimi, anche se abbiamo fatto tanto insieme.

Perfino i soldi, che sono solo dei numeri, non li capisco più, anche loro vanno e vengono, miracolosamente, misteriosamente, in modo assolutamente incontrollato, un momento mi pare di averne d’avanzo, il momento successivo mi si para davanti lo spettro del conto in rosso e del mutuo non pagato.

I miei genitori, cazzarola, la mia famiglia, quando ero a casa si discuteva un sacco, non dico che ci si insultasse, ma almeno ognuno diceva quello che pensava, di politica o di minchiate; adesso che me ne sono andato mi trattano con le molle, quando vado a trovarli mi sento un ospite, uno da trattare con riguardo, non li riconosco.

Sono perso. Ho pochi pochi appigli. E non mi posso fermare un attimo. Uff. Passerà anche ‘sto periodo di merda…

11/09/2007

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Filed under: gente,musica,pensieri,poesia — Oscaruzzo @ 21:15

Non è che sia mai stato un grande fan delle voci tenorili, e tantomeno delle collaborazioni pop di Pavarotti, che consideravo giustificate solo dalle intenzioni umanitarie, ma non certo dagli esiti artistici. E poi oggi, mentre ero in macchina, la radio ha trasmesso Miss Sarajevo, cantata con gli U2. Pelle d’oca. Ora l’ho risentita, ma non mi ha fatto lo stesso effetto. Eppure

Dici che il fiume
Trova la via al mare
E come il fiume
Giungerai a me
Oltre i confini
E le terre assetate
Dici che come fiume
Come fiume…
L’amore giungerà
L’amore…

Qua, per chi volesse sentire/vedere.

10/07/2007

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Filed under: assurdo,gente — Oscaruzzo @ 10:49

Questa mattina, sulla strada per l’ufficio, mi sono fermato a fare benzina. Succede.

Ho pagato col bancomat. Succede.

Il benzinaio ha provato a passare la carta nel lettore, ma sembrava illeggibile. Succede.

Allora l’ha leccata sulla banda magnetica (e ha funzionato).

Non l’ho trovato sexy.

Forse dovrei postarla su Trucchetti. Forse no

06/07/2007

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Filed under: diritti,gente,incazzature,pensieri,politica — Oscaruzzo @ 17:04

10 ragioni per cui il matrimonio tra omosessuali è sbagliato.

  1. Essere gay non è naturale. La gente per bene rifiuta sempre ciò che è innaturale, come gli occhiali, il poliestere e l’aria condizionata.
  2. Il matrimonio gay incoraggerebbe la gente a diventare gay, nello stesso modo in cui frequentare gente alta incoraggia la gente a diventare alta.
  3. Legalizzare il matrimonio gay aprirebbe la porta a ogni genere di efferatezze. La gente potrebbe decidere di sposare i propri animali domestici: avendo anche un cane dei diritti legali, forse potrebbe anche lui firmare un atto di matrimonio.
  4. Il matrimonio etero esiste da un sacco di tempo e non è mai cambiato: le donne sono ancora considerate delle proprietà dell’uomo, persone di colore non possono legalmente sposare dei bianchi, il divorzio è illegale.
  5. Il matrimonio etero perderebbe di importanza se fosse ammesso il matrimonio gay. Ad esempio la santità del matrimonio di Britney Spears (durato 55 ore) sarebbe probabilmente distrutta.
  6. I matrimoni etero hanno valore perchè producono prole. Le coppie gay, le coppie non fertili e le persone anziane non dovrebbero avere il diritto di sposarsi, perché in fondo gli orfanotrofi non sono abbastanza pieni e il mondo ha bisogno di più bambini.
  7. Ovviamente genitori gay potrebbero crescere solo figli gay, visto che tutte le coppie etero notoriamente danno vita a figli etero.
  8. Il matrimonio gay non avrebbe il supporto della religione. In una teocrazia come la nostra, i valori di una religione valgono per tutto il paese. Infatti in Italia abbiamo solo una religione.
  9. Nessun bambino potrebbe mai avere una vita sana senza un modello maschile e uno femminile in casa. Per questa ragione, infatti, la legge proibisce ai single di crescere i loro figli.
  10. Il matrimonio gay potrebbe cambiare aspetti fondamentali della società; è impossibile che ci si adatti a nuove norme sociali. Proprio per queste ragioni, non abbiamo introdotto nella nostra società né le automobili, né l’economia del settore dei servizi, né una durata di vita maggiore di quella di cent’anni fa.

18/06/2007

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Filed under: diritti,gente,incazzature,pensieri,politica — Oscaruzzo @ 10:57

Sempre a proposito di Gay Pride, mi dispiace sempre vedere sulle maggiori testate online le "gallerie" delle foto che contengono esclusivamente immagini di drag queen, travestiti, palestrati con le chiappe al vento. Tristezza. Io ero stato a quello di Torino del 2006 e posso assicurare che l’atmosfera era tutt’altra. Tanta gente normalissima, assolutamente felice di poter essere se stessa, spesso in coppia, in assoluta serenità.

Per rimediare un pochino, metto qua qualche foto (con link) presa da Flickr.

26/02/2007

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Filed under: assurdo,economia,gente,incazzature — Oscaruzzo @ 12:34

Vabé. Mi sono fatto un giro a Eataly. Un posto che, almeno nelle loro intenzioni, dovrebbe (cito dal sito) riuscire a offrire alti cibi a prezzi sostenibili. Il luogo (ampiamente sponsorizzato da quelli di Slowfood) dovrebbe essere una specie di monumento alla cucina italiana e all’italianità in generale. La realtà è un’altra cosa.

      

È la più tremenda americanata che si possa trovare in Italia. È una via di mezzo tra un supermercato e un parco a tema. E il tema sarebbe l’Italia come la pensano gli americani (o peggio, gli italiani che hanno visto troppi film americani). Dentro questo capannone enorme hanno costruito delle case e quartieri finti, con i balconi e la roba stesa. Sotto ci sono file e file di banchi e banchetti che vendono a prezzi ASSURDI merce normalissima, come ne trovi in qualunque supermercato un po’ fornito, in mezzo a prodotti di piccoli marchi di qualità (si presume) e di costo (verifcato) elevati.

Così uno può togliersi la soddisfazione di comprare due fette di prosciutto crudo (san daniele) a 35 euro al chilo, o un pezzo di toma di Bra (quella morbida, non quella stagionata) a 20.

Perché il salame è l’ostrica del nuovo millennio.

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